In Abruzzo circa 850 lavoratori impegnati negli appalti di pulizia e sorveglianza delle scuole rischiano di perdere la loro occupazione. A lanciare l’allarme sono CGIL e CISL che sottolineano come “i tagli alla spesa effettuati prima dal ministro Gelmini e quest’estate dal ministro Carrozza hanno inizialmente determinato un arretramento delle condizioni salariali e occupazionali già precarie, mentre il nuovo taglio prospettato in relazione alle gare di appalto in corso di aggiudicazione, su tutto il territorio nazionale, rischia di aggravare ulteriormente e pesantemente le condizioni di lavoro e di reddito, e persino il mantenimento del posto di lavoro. I sindacati evidenziano che i circa 850 addetti abruzzesi hanno redditi che oscillano tra i 300 e i 700 euro mensili, e sono coinvolti già da qualche anno dalla cassa integrazione in deroga per far fronte ai tagli già operati. La vertenza, che in ambito nazionale coinvolge circa 24mila persone non riguarda solo i lavoratori impegnati negli appalti – sottolineano CGIL e CISL – ma investe la scuola pubblica nel suo complesso, poiché – aggiungono – i tagli delle risorse finanziarie, circa 8 miliardi negli ultimi anni, mettono a rischio il futuro della scuola pubblica e la sua funzione fondamentale per il Paese, e nello stesso tempo anche le condizioni di igiene e sicurezza degli studenti.
Intanto per lunedì 14 le organizzazioni sindacali hanno organizzato un presidio regionale davanti alla Prefettura dell’Aquila in concomitanza con la riunione nazionale sul tema che si terrà a Roma al Ministero dell’Istruzione e dell’Università.
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