Entrando all’interno del Gran Sasso Science Institute, nei locali, alla Villa Comunale che ospitavano l’ex ISEF, si respira il clima di un ateneo cosmopolita. A seguire i corsi, tutti rigorosamente in lingua inglese, troviamo 36 giovani ricercatori di Fisica e Matematica provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero che hanno superato una selezione tra le oltre 530 richieste pervenute. L’idea di creare nel capoluogo questa struttura è nata subito dopo il sisma del 2009 con l’obiettivo di rilanciare tutta l’area dell’Aquilano attraverso un polo d’eccellenza nella ricerca che potesse sfruttare le potenzialità offerte dai laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso. “Sono quattro i percorsi di dottorato attivati, ha spiegato il rettore Eugenio Coccia: Fisica astro particellare, Matematica nelle scienze naturali, sociali e della vita, Computer Science, e quello in Scienze sociali con gli studi urbani”. L’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico si terrà il prossimo 14 novembre con una lectio magistralis del premio nobel e senatore a vita Carlo Rubbia, prestigioso docente della scuola superiore universitaria. Il rettore Eugenio Coccia ha già in mente l’obiettivo per il futuro del Gran Sasso Science Institute, “quello di diventare un’università nota e attrattiva come lo sono la Normale di Pisa, Oxford, la Scuola Sant’Anna, Princeton. Per attrarre a L’Aquila dei talenti che noi consideriamo anche dei semi per la rinascita dell’Aquila, per la costruzione della città del futuro”.
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