Infanticidio Pescara: Periti al lavoro

CastellodellaMonica

maravalleProseguono sotto traccia, ma, ci assicurano, a passo spedito, le indagini per la morte del piccolo Maxim, il bambino russo ucciso dal suo padre adottivo, Massimo Maravalle, la notte tra il 17 ed il 18 luglio scorsi in un appartamento in Via Petrarca a Pescara. Dal primo agosto sono al lavoro i periti: Renato Ariatti, il noto psichiatra, già consulente per Provenzano e la Franzoni, nominato dal tribunale, e la psichiatra di parte, la dottoressa Marilisa Amorosi. A loro il compito di verificare se Maravalle, affetto da disturbi psicotici, sia in grado di sostenere un processo, ma soprattutto se quella terribile notte fosse in grado d’intendere e di volere. Parallelamente gli inquirenti, con la supervisione del Pm Andrea Papalia, proseguono le indagini per accertare responsabilità in relazione alle pratiche per l’adozione del piccolo, ma su queste vige la massima riservatezza imposta dallo stesso PM – abbiamo fatto passi importanti – ci assicurano fonti della questura – ma al momento non ci sono nomi iscritti sul registro degli indagati. Non trova, intanto, smentite l’indiscrezione circa il fatto che nei giorni scorsi, l’avvocato Patrizia Silvestri, moglie di Maravalle, abbia fatto visita al marito in carcere. Non si conoscono i contenuti del colloquio, ovviamente, ma pare che l’uomo, tornato a seguire la terapia che aveva cessato, stia pian piano realizzando quello che ha commesso e per questa ragione viva nel più totale sconforto. Quella notte, in preda ad una crisi, Maravalle aveva soffocato il piccolo Maxim con un cuscino ed era pronto anche ad uccidere la moglie che, resasi conto della situazione, ha chiamato subito i soccorsi. Nei giorni a seguire, una volta definito il quadro delle responsabilità per quel che riguardava l’omicidio pienamente confessato dal padre adottivo del bambino, le attenzioni degli inquirenti si sono spostate sull’accertamento della regolarità per quel che riguarda le pratiche per l’adozione, alla ricerca, evidentemente, di elementi in grado di stabilire come i due coniugi siano riusciti ad ottenere l’idoneità, malgrado l’acclarata patologia di Maravalle.

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