“Navi fino a 140 metri potevano entrare già in porto, a Pescara, due mesi fa? E allora perchè il Comandante Pozzolano non ha revocato o corretto l’ordinanza con la quale, invece, si vietava qualsiasi transito, manovra, attracco e passaggio?”. Sono su tutte le furie gli operatori portuali capitanati da Gianni Leardi all’indomani della dichiarazione, anche al nostro microfono, appena ieri, del Comandate della Direzione Marittima di Pescara Pozzolano secondo il quale alla luce “del gran lavoro di dragaggio del mese di giugno, già ad inizio luglio( due mesi fa appunto) sarebbe stato possibile anche per un’imbarcazione fino a 140 metri entrare in porto”. Si dicono indignati, scioccati e pronti a smentire Pozzolano “con alla mano non chiacchiere e polemiche bensì una copia del piano di dragaggio richiesto agli uffici ministeriali persino prima di ieri e quindi prima delle dichiarazioni del Comandante. Più di un dubbio ci era sorto anche soltanto, come si dice… ad occhio nudo, per quello che ad esempio i nostri piloti esperti e competenti sono pronti, loro sì!, a mettere nero su bianco e cioè che nemmeno con 80 metri una barca ha lo spazio di manovra”. Sfidano chiunque a provarci oggi stesso, a proprio rischio e pericolo, gli operatori portuali di Pescara ricordando con rabbiosa nostalgia l’ultimo vero attracco di una barca degna di essere definita commerciale risalente ormai al 2010. Ci danno appuntamento a domattina per una conferenza stampa “esplicita e dimostrativa – dicono- in quella che un tempo era una Stazione Marittima e oggi somiglia più ad un Luna Park. Ad Ancona e Bari – ci salutano- una cosa simile non sarebbe mai accaduta e parliamo degli anni persi e dei milioni di euro buttati al vento. Lì la politica avrebbe risposto in prima persona risolvendo tutto in pochi mesi!”.
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