Una maxi tangente da un milione di euro destinata a tre politici. All’indomani degli interrogatori di garanzia di tre degli otto indagati nell’ambito dell’inchiesta per presunte tangenti nella ricostruzione post terremoto, emergono nuovi particolari tra i quali, appunto, ci sarebbe una “mazzetta” versata per un lavoro di appena venti giorni, quello relativo ai puntellamenti dello storico Palazzo Carli, sede del rettorato dell’università prima del sisma del 2009. Secondo un’informativa della squadra mobile sarebbe stato utilizzato un conto fittizio della Banca popolare di Verona sul quale sarebbero transitati i soldi della fattura “truccata”. Soldi del terremoto che sarebbero usciti dalle casse del Comune dell’Aquila. “È stato utilizzato un giro contabile tra l’azienda, la banca ed il Comune per eludere la tracciabilità obbligatoria dell’operazione e far arrivare soldi su quel conto”, scrive la squadra mobile. A svelare la maxi tangente è ancora una volta Daniele Lago, imprenditore della ditta Steda di Bassano del Grappa, il grande accusatore di alcuni politici aquilani coinvolti nell’inchiesta “Do ut des”. Rivelazioni fatte al suo socio d’affari nei lavori della ricostruzione Cesare Silva che davanti al Procuratore Fausto Cardella ha riferito che i soldi sarebbero stati pagati, due tranche da 300mila euro e una da 200mila, in cambio di promesse di lavoro, di appalti.
Intanto ieri il Sindaco dimissionario Massimo Cialente ha reso noto il contenuto della lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella quale l’ex primo cittadino accusa la diocesi dell’Aquila. “Abbiamo fondati sospetti, spiega Cialente, che la rimozione di Magani sia il tassello di un disegno che potrebbe comportare che i fondi per la ricostruzione privata delle case andranno alle chiese”. Cose non vere, replica la Curia, che aggiunge come “la diocesi condivida il desiderio dell’onorevole Cialente che il direttore regionale per i beni culturali Magani continui il suo lavoro in Abruzzo”.
{avsplayer videoid=8361}
Sii il primo a commentare su "video » “Do ut des”, spunta la maxitangente"