Disperazione!

Caro Direttore,
pochi giorni fa sono stato da Lei richiamato severamente circa una affermazione fatta nell’ambito di un commento. L’affermazione, da me poi classificata come provocatoria, riguardava (anche) la funzione di denuncia che una importantissima testata giornalistica locale deve sentire come propria..
Il mio intervento di allora riguardava l’arroganza di un politico regionale (ora non ha più importanza chi fosse..tanto la situazione è la stessa per tutti!) che reclamava il proprio diritto a vedersi restituita la propria dignità!..
Il mio intervento di allora, come ora, aveva il sapore (amaro!) dell’indignazione, di fronte alla sfrontatezza di persone (ma non parlo solo dei politici locali!) che sembrano vivere in un’altra realtà!.. QUI SI MUORE!!!..
La nostra situazione, che ormai è quella del 70/80% dei cittadini, è drammatica..
Anche oggi (mi scusi, non ho letto la notizia sul Suo giornale) si è suicidato, in provincia di Pescara, un signore che aveva più o meno la mia età (io 62anni lui 64) oppresso dai debiti, incapace di pagare le proprie tasse(!) ed i propri contributi previdenziali..semplicemente perchè di soldi non ne aveva!!!.. Io sono nella medesima situazione!.. perchè, vede dott. Pacilio, questo paese patrigno ti chiede soldi (chiamasi taglieggiamento!) anche quando non ne hai, perchè, soprattutto in questa crisi nerissima, non riesci a produrne! (ma la Costituzione non dice che dobbiamo pagare in proporzione alla nostra capacità di reddito?!?..)..
Forse la differenza tra me ed il povero imprenditore di Catignano è solo una ed io per questo mi ritengo una persona fortunata (meglio per me dire graziata dal Signore..), perchè io sono un credente convinto e non metterei mai in atto un gesto estremo che mi potesse negare la gioia della Vita Eterna!.. E poi ce n’è un’altra di differenza, forse.. uccidersi vuol dire fuggire e lasciare i propri famigliari nell’angoscia dei problemi da risolvere..e questo non me lo posso proprio permettere!..
Poi c’è un’altra considerazione che vorrei fare.
Una volta si pensava che fallire fosse un disonore.. Io francamente non so se, allora, questo fosse un sentimento vero oppure un malinteso senso dell’onore. So però che oggi, fallire con la propria attività è “solo” essere vittime di un sistema barbaro e vergognoso che umilia le persone e che, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, dimostra quanto questa gente dappoco (politici, massoni, plutocrati e manipolatori del potere a tutti i livelli) sia vile e condannabile!.. Il visconte Alexis De Toqueville, nobile sociologo della prima ora, affermava che la democrazia, spesso, è solo una subdola dittatura del paternalismo!.. Se fosse possibile, questi signori, tutti, dovrebbero essere accusati di crimini sociali!..
Mi permetto un consiglio, infine, dott. Pacilio.. scrivete meno delle varie “corse a tre per la poltrona”, delle dimissioni da un incarico per candidarsi ad uno più importante, del politico tizio che giustifica le sue (presunte) malefatte ecc. e scrivete del Paese reale che soffre e della gente che muore, oggi più di sempre, fino a condannare definitivamente questa nazione da quarto mondo, alla fine più infame.
Grazie comunque..che mi voglia ascoltare o meno.
Teo Sciarra

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