“Noi qui in Abruzzo siamo più tolleranti, d’altra parte gli orsi sono più abituati alla presenza dell’uomo”, queste sono le parole del Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise Dario Febbo. In Trentino proseguono le ricerche dell’orsa Daniza che a ferragosto aveva aggredito, ferendolo, un cercatore di funghi nei boschi. Stanno cercando di localizzare l’animale di 18 anni, munito di collare, che potrebbe essere portato in un centro faunistico ed anche se assicurano che non sarà abbattuto, sui social network c’è una mobilitazione totale per la difesa dell’orsa: “Lasciatela nel suo habitat, nei boschi. E’ casa sua”. Febbo spiega che malauguratamente il cercatore di funghi si è imbattuto nell’orsa con i suoi cuccioli, e proprio per difenderli avrebbe compiuto quel gesto e non sarebbe fuggita, come di solito accade alla vista dell’uomo. In Abruzzo da sempre gli uomini hanno cercato una convivenza pacifica con gli orsi, pur con le note incursioni nei paesi del Parco. Su tutti, l’orsa Gemma che è diventata un simbolo e che qui in queste immagini realizzate da Francesco Mastrogiovanni, Alfredo Lancione e Stefano Lancione, è stata ripresa mentre scorrazzava qualche tempo fa, con i suoi cuccioli, nel centro abito (video:https://www.youtube.com/watch?v=Tv_5JPpa1Kc). Il direttore del Pnalm ribadisce che, per quel che riguarda l’orsa del Trentino, per legge non può essere abbattuta, e a chi chiede: “Portiamola in Abruzzo”, Febbo risponde che non è il caso, perché non si tratta di un orso bruno marsicano, sottospecie peculiare dell’Abruzzo, dunque solo come “ultima ratio”, potrebbe essere portata magari in un centro faunistico del versante laziale del Parco, dove sono già presenti altri tre orsi non marsicani. L’invito è sempre quello di rispettare l’orso e di esseri prudenti nel caso lo si avvisti, perché si tratta pur sempre di un animale selvatico che vive libero (per fortuna) in natura.
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