Più che la nuova maggioranza, sorniona e festosa, sono state le opposizioni a guadagnare gli onori della cronaca nella seduta di insediamento del Consiglio regionale, con uno scontro istituzionale con pochi precedenti, così come inedita per la storia dell’assemblea dell’Emiciclo è stata la scelta aventiniana, sin dalla prima seduta, del Movimento Cinque Stelle.
Lo scontro è avvenuto -come noto- sulle cariche dell’ufficio di Presidenza: un incontro di mezzora partito e terminato con un “muro contro muro” che ha impossibilitato ogni ipotesi di accordo. La fumata nera ha consentito da un lato ai “Cinque Stelle” di acclarare come fondate le proprie anticipazioni sull’esclusione dagli incarichi, dall’altro alla coalizione guidata da Forza Italia di ottenere il massimo del risultato: l’en plein delle postazioni spettanti alle minoranze, che si dovrebbe completare anche con la Presidenza della commissione di vigilanza per la quale è accreditato Lorenzo Sospiri.
Che le opposizioni di Forza Italia e Movimento Cinque Stelle difficilmente avrebbero fatto massa critica tra loro, è nella logica elementare della politica. La maggioranza dal canto suo, in prima battuta, non può che prendere atto e beneficiare degli effetti di tale frammentazione che, ad esempio, ieri ha fatto passare in secondo piano il caso dei due-tre voti in più provenienti dal centrosinistra per Gatti e D’Ignazio. Un “soccorso” che secondo i pentastellati sarebbe la prova dell’inciucio (anche se i due sarebbero stati ugualmente eletti), mentre per altri retroscenisti rappresenterebbero un segnale del momentaneo maldipancia di Abruzzo Civico nei confronti della coalizione. Il Maalox somministrato da D’Alfonso alla lista finora meno gratificata della coalizione potrebbe essere a tal proposito rappresentato da ben due Presidenze di commissioni.
C’è da dire che il Pd non si limita a crogiolarsi sugli allori di una opposizione frammentata, ma si mette a disposizione, con Camillo D’Alessandro, per una riforma del regolamento che prenda atto dell’assetto tripolare del nuovo scenario politico. Ipotesi subito bollata dai grillini come un bluff.
Se ne prevedono tante altre di partite a poker, in una legislatura partita bella frizzante per loro. Ammesso naturalmente che scelgano… di restare seduti al tavolo.
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