Licenziati in tronco gli ultimi tre dipendenti del Considan, il consorzio in liquidazione per la depurazione acque nere costituito dai comuni di Montesilvano, Silvi e Città S.Angelo, e dall’ACA che dal 2008 ne ha rilevato l’attività. Le lettere consegnate dalla liquidatrice si innestano una tipica vicenda all’italiana, ricostruita dalla Filctem Cgil, che ne ha ripercorso la storia. A partire dal 2008 col passaggio delle consegne all’ACA, che riassume 16 e non tutti e 19 i dipendenti, in barba alle norme del codice civile. I tre dipendenti di serie B diventano addetti al centro sportivo Trisi (nella foto), di cui il Considan era già gestore in base a un contratto con il privato proprietario della struttura. Alla fine di marzo 2014, il Considan riconsegna il centro sportivo al Comune di Montesilvano, il cui commissario prefettizio, a sua volta, cede la gestione del Trisi (ma non l’assunzione dei lavoratori) all’Azienda Speciale per i servizi sociali». In seguito alla richiesta del commissario liquidatore CONSIDAN di un declassamento e riduzione di orario di lavoro, nell’agosto scorso si giunge a un accordo sindacale che prevede la messa in ferie volontaria dei lavoratori fino al 30 settembre. I Comuni e l’ACA si dicono pronti ad affrontare e risolvere il problema di questi tre lavoratori. Ma il 1° ottobre arriva la doccia fredda a tavolo aperto. Il commissario consegna la lettera di licenziamento. Ma la liquidazione continua con i relativi costi che paga la collettività.
La Cgil lo dice soprattutto agli enti pubblici che continuano ad ingrossare il fardello dei debiti vecchi e ora anche nuovi del CONSIDAN: “Chiediamo che venga convocata l’assemblea” – dice Domenico Ronca, segretario provinciale Filctem CGIL- “per chiedere alla liquidatrice il ritiro dei licenziamenti, e che si acceleri su una procedura interminabile che sta determinando costi insostenibili non solo per i lavoratori ma per gli stessi comuni”. Appello recepito almeno dal Sindaco di Città S.Angelo Gabriele Florindi, che ha assistito alla conferenza stampa senza rilasciare dichiarazioni. L’ultimo paradosso della vicenda è proprio tutto italiano, con i tre lavoratori costretti a fare vertenza, con buone possibilità di vincerla, contro gli stessi comuni che vorrebbero assumerli.
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