Grandi Rischi in Appello: confermate tutte e 4 le condanne di primo grado

Processo Commissione-Grandi-RischiLa Corte d’Appello dell’Aquila ha confermato tutte le condanne a carico dei quattro imputati finiti sotto processo per il crollo della Casa dello Studente. Nel crollo persero la vita otto universitari. In primo grado, nel febbraio di due anni fa, erano stati condannati a 4 anni di reclusione, per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni, Tancredi Rossicone, Berardino Pace e Pietro Centofani, ovvero i tecnici autori dei lavori di restauro effettuati nel corso del 2000 nella Casa dello Studente. Pietro Sebastiani, tecnico dell’Azienda per il diritto allo studio (Adsu) che gestiva la struttura, era stato  condannato alla pena due anni e sei mesi di reclusione. Il Pg, Alberto Sgambati, nella precedente udienza aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Gli imputati sono stati assolti dalla Corte dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. La scorsa settimana e’ deceduto l’ingegnere aquilano Claudio Botta, il tecnico che progettò la Casa dello Studente. Aveva 95 anni. Era uscito dal processo a causa di una malattia.

“NON E’ UN PROCESSO ALLA SCIENZA”

“Ancora si parla di processo alla scienza contestando il lavoro della procura e del giudice, giocando sull’equivoco dell’accusa e della condanna di non aver previsto il sisma. Le voci fuori dal processo sono importanti, non e’ vero che non abbiamo orecchie per sentire in quest’aula. Lo ha detto perfino un ministro della Repubblica dell’allora governo tecnico”. E’ quanto ha sostenuto nella sua requisitoria, il Pg della Corte d’Appello dell’Aquila, Romolo Como nel corso dell’udienza a carico dei sette scienziati della Commissione Grandi Rischi. “Non si tratta di un processo alla scienza, ma ad un’errata analisi degli indicatori di rischio e ad una non corretta informazione di questa analisi”. 

GIULIANI? NON ERA UN CIARLATANO

“Giampaolo Giuliani stava facendo degli studi, non era un cantastorie, un imbecille qualunque, un ciarlatano, come diceva Guido Bertolaso (ex numero uno del Dipartimento di protezione civile, ndr), faceva degli studi sul radon a livello internazionale”. Lo ha detto nella sua requisitoria, il Pg Romolo Como nel processo d’Appello a carico dei sette membri della Commissione grandi rischi. “All’Aquila – ha aggiunto – c’e’ paura del terremoto come tale, quando c’e’ una scossa percepibile, la gente scappa”. E “La convocazione della Commissione Grandi Rischi, all’Aquila non era per l’incontro di quattro amici al bar, la pubblicita’ dell’arrivo all’Aquila degli esperti, ha creato aspettativa tra i cittadini. Bertolaso contesta un’affermazione che poteva svalutare l’opera della protezione civile sotto il profilo della rassicurazione. Bertolaso non dice che lui sa che lo scarico di energia è positivo, ma che i massimi esperti diranno che tante piccole scosse scaricano energia. La colpa degli imputati e’ da attribuire all’errata e superficiale analisi degli indicatori di rischio e di una carente e fuorviante informazione di questa analisi. I profili di comportamento sono stati anche di imprudenza e negligenza, quest’ultima al limite dell’incoscenza nel tipo di valutazione, questi sono i profili di colpa. L’evento giuridicamente apprezzabile non e’ il terremoto come sembrerebbe da queste cose, ma e’ la morte di talune persone in occasione del terremoto”.

UNA RIUNIONE SOCIO-POLITICA

“La riunione della Commissione Grandi Rischi fu piu’ socio-politica che non tecnica” sul fenomeno dei terremoti. Lo ha detto il Pg Romolo Como nel corso della requisitoria in Corte d’Appello. Secondo l’accusa gli scienziati non si sarebbero preoccupati di quelli che sono i compiti loro attribuiti. Quando Bertolaso dice che il compito della protezione civile e’ la prevenzione di eventi calamitosi mediante l’individuazione e lo studio delle loro cause, mi sembra una questione tecnica di una certa importanza. “Invece si e’ detto mah il terremoto puo’ esserci come non puo’ esserci, l’importante era non creare panico, l’importante era far tacere gli imbecilli. L’obiettivo per la Protezione civile era contrastare tutto questo”. E ha aggiunto: “Si legge ancora una critica all’autorita’ giudiziaria aquilana di voler fare un processo alla scienza, quasi gli scienziati siano persone indenni dal rispondere ai loro comportamenti che abbiano una rilevanza penale”.

PARTI CIVILI: IMPUTATI ESECUTORI

“L’operazione mediatica ha avuto negli imputati i puntuali esecutori”. E’ uno dei passaggi dell’intervento dell’avvocato Gianfranco Iadicola, una delle parti civili, in rappresentanza dell’avvocato Maurizio Cora che il 6 aprile del 2009 nel crollo della sua casa, ha perso la moglie la figlia. Per circa una ora e mezzo il legale nella prima udienza del processo di appello alla commissione grandi rischi ha confermato il castello accusatorio contro gli esperti dell’organo consultivo condannati in primo grado per aver forbito false rassicurazioni alla popolazione aquilana al termine della riunione della Cgr all’Aquila il 31 marzo 2009, a cinque giorni dalla tragica scossa. “La finalità assegnata da Bertolaso alla riunione Cgr era quello di placare le preoccupazioni degli aquilani, il giorno prima anticipava al telefono il tenore dei futuri assunti – ha continuato -. Non c’è spazio alcuno per dubitare che sia stata acquisita nel processo la certezza dell’atteggiamento rassicuratore oggetto di colpa – ha spiegato ancora -. Gli esperti della commissione grandi rischi sostenevano cento scosse libereranno energia e non ci sarà una scossa forte. Non c’è spazio alcuno per dubitare che sia stata acquisita nel processo la certezza dell’atteggiamento rassicuratore oggetto di colpa”. Secondo il legale, “la valenza logica risolutiva sta nelle parole dell’assessore Stati che ringrazia la Cgr perché potrà rassicurare la popolazione”. L’udienza si è conclusa con questo intervento. E’ stata aggiornata a venerdì 1

 

 

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