Coltivazioni e pascoli a ridosso del fiume a Chieti: i dubbi del WWF

wwfL’Associazione WWF Chieti segnala l’uso improprio, potenzialmente pericoloso per la salute pubblica, dei terreni all’interno del Sito di Interesse Regionale Chieti Scalo utilizzati per coltivazione e pascolo, benché tali attività siano esplicitamente vietate in queste aree, contaminate dalla presenza di rifiuti di vario genere. Il WWF ricorda che, come ben risulta alle Istituzioni, nella zona nord ovest e sud ovest dell’area industriale e agricola di Chieti Scalo (che comprende anche alcuni territori che, benché siano sulla destra idrografica del fiume, fanno parte del Comune di Cepagatti e quindi della Provincia di Pescara) sono presenti diffuse criticità ambientali che interessano suolo, sottosuolo e acque sotterranee, evidenziate anche da numerose indagini promosse dalla Provincia in collaborazione con il Comune di Chieti e l’ARTA. Rifiuti interrati misti, urbani e speciali, sono stati trovati in diversi punti dell’area compresa tra il nucleo industriale e il fiume Pescara, direttamente a contatto con le acque della falda superficiale. È stata tra l’altro accertata la contaminazione anche a carico delle acque sotterranee della falda profonda. Nell’area sono inoltre in procedura di caratterizzazione, in fase più o meno avanzata, diversi siti industriali sia dismessi che attivi, nei quali in più circostanze sono state evidenziate contaminazioni storiche riconducibili ad attività pregresse, molto spesso con difficoltà nella individuazione delle fonti che hanno determinato tali contaminazioni. È inoltre certa la presenza di una ex discarica comunale per rifiuti urbani in via Penne, sin qui mai bonificata, nonché il rinvenimento in più siti di rifiuti interrati mentre sono stati acclarati superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per alcune sostanze organiche clorurate, per solventi in genere e metalli e anche il superamento dei livelli di contaminazione delle acque sotterranee anche in area agricola. Nell’area infine è tuttora in vigore l’Ordinanza del Comune di Chieti n. 542 del 29/10/2008 che, tra l’altro, stabilisce “divieto d’uso potabile ed irriguo delle acque sotterranee emunte dalla fascia industriale di Chieti Scalo (dalla via Zittola – via Erasmo Piaggio, nei pressi del centro commerciale Megalò fino al IV salto Enel in loc. San Martino) e nella fascia agricola compresa tra la stessa zona industriale e il fiume Pescara, nonché il divieto di coltivazione e pascolo di determinate aree agricole in attesa di specifiche indagini ambientali delle aree a rischio potenziale di contaminazione”.
Una situazione tutt’altro che tranquilla: “Le attività di indagine effettuate dalla Provincia di Chieti e dal Comune di Chieti nella zona di Chieti Scalo – cita il Wwf dalle “Linee Guida per le indagini ambientali delle aree ricadenti nel sito d’interesse regionale Chieti Scalo”, DGR 01.01.2010 n. 121, pubblicato sul BURA n. 15 Speciale Ambiente del 2.04.2010 – hanno evidenziato soprattutto a carico della matrice acqua sotterranea criticità per diversi inquinanti e la presenza di rifiuti interrati sia di tipo urbano che speciale in più punti della piana alluvionale del fiume Pescara. I risultati analitici su alcuni siti individuati hanno evidenziato la presenza di contaminazioni soprattutto da alifatici clorurati cancerogeni (cloruro di vinile, tricloroetilene, .. etc.) e non (1.2 dicloropropano, .. etc.) con superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) anche importanti”.
Il WWF chiede:”chi si occupa dei controlli, quali e quanti accertamenti siano stati effettuati, quali siano le verifiche svolte per impedire le attività vietate e, soprattutto, che cosa è stato fatto per scongiurare il rischio che prodotti potenzialmente contaminati siano immessi sul mercato con concreti pericoli per la salute pubblica. Chiede inoltre di sapere se i proprietari e le aziende che operano nelle aree interessate siano stati adeguatamente informati. Chiede infine se si abbia conoscenza dell’uso che sino a oggi si è fatto dei prodotti agricoli e della pastorizia derivanti dall’area potenzialmente contaminata e se tali prodotti siano stati controllati a garanzia dei consumatori”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

Sii il primo a commentare su "Coltivazioni e pascoli a ridosso del fiume a Chieti: i dubbi del WWF"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*