Assolto per intervenuta prescrizione non essendo stata riconosciuta l’aggravante dei futili motivi che avrebbe reso il reato imprescrivibile. Questa la decisione, per certi aspetti clamorosa, del Gip del Tribunale di Pescara Sarandrea, a conclusione del processo con rito abbreviato per Giulio Cesare Morrone, l’uomo che dopo 24 anni ha confessato di aver provocato la morte della moglie Teresa Bottega, al culmine dell’ennesima lite tra i due, e di aver occultato il cadavere. Questa mattina, nel corso dell’ultima udienza, il Pm del Tribunale di Pescara Valentina D’Agostino aveva chiesto Sedici anni di reclusione. La colpevolezza di Morrone, presente anche oggi all’udienza, e’ emersa solo nei mesi scorsi quando un testimone indiretto del fatto si e’ rivolto alla squadra mobile di Pescara e ha raccontato di aver saputo dell’omicidio da un prete, che a sua volta era stato informato direttamente dall’uxoricida. Gli investigatori hanno riaperto il caso, che era stato archiviato come scomparsa volontaria, e nel corso di una confessione Morrone ha ammesso di essere l’assassino. Sarebbe stato lui stesso a disfarsi del corpo della moglie in provincia di Ferrara. Quando e’ scomparsa Teresa Bottega aveva 35 anni, il marito 34. Il corpo della donna non e’ stato mai trovato. Sdegno tra i parenti della vittima presenti anche loro in aula.
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