La madre – snaturata – di tutte le discariche è stata scoperta nel 2007, ma piombo e mercurio appestavano da tempo Bussi e Valpescara, percorsa fino al mare. Falde inquinate e pozzi che non avrebbero dovuto esserci, non più, dopo che si sapeva ciò che si sapeva e che era scritto sui documenti riservati fin dal 1993. La Montedison non poteva non sapere, è per questo che potrebbe toccarle di pagare i conti. Il Pm Mantini, nell’aula della Corte d’assise in cui si svolge il processo ai 19 imputati, ha già parlato di sistematica falsificazione dei dati. Un fluire di veleni che ha dato corpo ad un’entità sovrannaturale, una verità-fantasma le cui vesti svolazzanti ammantano e nascondono superficialità, approssimazione, incompetenza e probabilmente anche qualche collusione di troppo, che tutti gli abruzzesi chiedono di svelare: tutti, mica solo quei 700.000 che il veleno invisibile uscito dal rubinetto lo hanno bevuto per anni. Anche la politica si interroga su come salvare il territorio e la sua gente. Al di là delle verità processuali, il tema ruota attorno al progetto presentato dal commissario straordinario Adriano Goio e condiviso dal ministero. Qualcuno l’ha definito un pannicello caldo, per altri è l’unica soluzione possibile – almeno per ora, ossia nel momento in cui i soldi disponibili sono solo 50 milioni di euro, assegnati per una bonifica finalizzata alla reindustrializzazione. Ad illustrarne caratteristiche e validità del prgetto Goio sono stati Mauro Febbo, presidente della commissione di vigilanza della Regione, e Salvatore La Gatta, sindaco di Bussi. Insieme hanno sottolineato che il progetto prevede la bonifica dei siti dismessi (contrariamente, dicono,a quanto circolato finora) e che la tanto criticata soletta di cemento sarà colata solo dopo la rimozione dei rifiuti pericolosi, per i quali la Regione dovrà indicare la destinazione di smaltimento. A meno che non esistano altri progetti, ai quali qualcuno potrebbe essere interessato… Un’interpretazione maliziosa, quella di Febbo e Lagatta, che potrebbe essere smentita già domani proprio a Bussi, nel convegno organizzato dal Pd sul tema “Ambiente, il nostro impegno fra legalità e sviluppo”. Poi, il 5 novembre, se ne riparlerà nella riunione della Commissione di vigilanza riconvocata da Febbo.
Dichiarazione dell’on. Castricone (PD)
”Al Pd non interessa nulla di Toto, che per anni non ha portato nessuna soluzione. Al Pd interessa che venga spesi quei 50 mln di euro per bonificare l’area di Bussi con attività industriali che siano compatibili”. Lo ha detto il deputato Pd Antonio Castricone in merito alle dichiarazioni di Mauro Febbo. “Se il sindaco Lagatta – ha proseguito – ha delle proposte, ben vengano. Non ci sono dietrologie nelle nostre iniziative, tanto che domani pomeriggio al convegno che terremo a Bussi è invitato anche il sindaco, per creare dialogo, perchè crediamo che il Pd possa, anzi debba, portare la vicenda della mega discarica della Montedison all’attenzione della politica nazionale”. Ma per Castricone “un momento importante sarà il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar che obbliga la Montedison all’immediata bonifica dell’area “perchè sia chiaro che in Italia oggi non ci sono le risorse per bonificare tutti i siti inquinati ed è quindi giusto che paghi chi ha inquinato, principio credo sano e legittimo. Ma sarà anche importante attendere l’esito del processo penale a Chieti, per le richieste di danni che sono state portate in dibattimento”
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