I due colossi della revisione contabile mondiale, Price Waterhouse e Kpmg, stanno lavorando per definire l’esatto ammontare di denaro che il Fondo interbancario di garanzia dovra’ iniettare nelle casse della Tercas, la banca di Teramo tecnicamente fallita che, dopo l’intervento del fondo, sara’ rilevata dalla Banca popolare di Bari. L’importo richiesto al Fondo si aggira tra i 200 e i 280 milioni di euro, e la valutazione incrociata dei due advisor, indicati il primo dal Fondo stesso e il secondo dal Bari, serve per definire l’ammontare esatto. All’indomani dell’ingresso formale nel capitale della Tercas, comunque – secondo una decisione non ancora formalizzata ma considerata molto probabile da fonti vicine al dossier – la banca pugliese potrebbe varare un nuovo aumento di capitale dopo quello, riuscito con grande successo, che esattamente un anno fa che le porto’ in cassa 244 milioni di euro. L’istituto di credito teramano, il cui ex direttore generale Antonio Di Matteo e’ indagato per bancarotta, non ha ancora chiuso il bilancio 2013 e il commissario Riccardo Sora sta lavorando ai conti di pari passo con Price e Kpmg. Tecnicamente, l’intervento del Fondo servira’ a riportare la Tercas a un patrimonio netto uguale a zero, e sara’ solo allora che – presumibilmente dopo l’estate – entrera’ in partita la Popolare di Bari che, con quest’acquisizione, diverra’ la banca piu’ importante del Centro-Sud. Per il Fondo, l’intervento e’ sempre preferibile al ripianamento delle perdite sui depositi, nell’ordine del miliardo di euro, che sarebbe seguito a una liquidazione coatta amministrativa della banca in cui crac e’ stato il piu’ grave in ordine di tempo dopo Ambrosiano e Banconapoli.
Banca Tercas, Popolare Bari stringe i tempi per la ricapitalizzazione

Sii il primo a commentare su "Banca Tercas, Popolare Bari stringe i tempi per la ricapitalizzazione"