Forse ci vorrebbe un libretto delle giustificazioni anche per i professori, perché a voler fare l’appello, una volta tanto non tra i banchi di scuola, ma tra le cattedre, si scoprirebbe che anche i docenti hanno il loro bel daffare a… marinare la scuola. Lo rivela il rapporto pubblicato sul sito www.skuola.net , commissionato dal Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca che ha rendicontato i giorni di assenze di docenti e personale Ata, tecnici e amministrativi, nelle scuole italiane per il triennio 2010-’12.
Diciotto giorni annui rappresentano la media nazionale di assenze per i professori, che nel dettaglio diventano 8 giorni per malattia, 6 per maternità, cioè per veder nascere e accudire i figli entro i tre anni d’età, e 4 giorni per varie ed eventuali. In numeri percentuali le assenze dei professori diventano all’incirca il 10% dei 200 giorni minimi garantiti per rendere valido un anno scolastico, percentuale che però in Abruzzo sale, portando la nostra regione in vetta a questa classifica. Secondo il rapporto del Miur infatti i professori abruzzesi collezionano mediamente 19 giorni annui di assenze, seguiti dai docenti dell’Emilia Romagna, del Lazio, della Lombardia, della Sicilia, dell’Umbria e del Veneto.
Un po’ più stakanovista, nel computo delle statistiche nazionali, il personale Ata abruzzese che con i suoi 26 giorni annui di assenze si posiziona al sesto posto in una graduatoria nazionale che vede trionfare tecnici e amministrativi sardi con ben 29 giornate di assenteismo.
E a beneficiarne sono senza dubbio i supplenti, precari dell’insegnamento che con quei 18 giorni di assenze medie, scalano l’impervia vetta delle infinite graduatorie, rincorrendo il sogno della cattedra di ruolo.
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