Esterno notte. Zona industriale di Chieti, nel piazzale di una ditta di trasporti. Sono le ore 22.00; un uomo sta caricando su di un Tir diverse scatole di varie dimensioni. Sembrerebbe tutto normale, ma non lo è, poiché l’azione si svolge sotto la minaccia eloquente di due pistole. Nessuno sa ancora che sono armi giocattolo, non lo sanno i cinque dipendenti della ditta Arco, legati con le fascette, e non lo sa la Polizia, che di lì a poco sarebbe arrivata a sgretolare i sogni di rapina di cinque malviventi. Volevano fare piazza pulita di tutto il caricabile, televisori, apparecchiature elettroniche, quadri, persino derrate alimentari. Pacchi e pacchetti pronti per essere consegnati ai legittimi destinatari. Poi accade l’imprevisto: la moglie di uno dei dipendenti della Arco ha necessità di parlare col marito, forse è apprensiva, forse è geniale, in ogni caso telefona e ritelefona, ma nessuno risponde. La signora non si arrende e chiama il 113, la volante di pattuglia vede cosa accade nel piazzale, subito chiama rinforzi, ma intanto interviene bloccando l’azione. Due rapinatori vengono presi in flagrante, altri due poco dopo, uno riesce a fuggire. Sono tutti pregiudicati campani, uno si porta addosso anche il 416 bis, quello delle associazioni di stampo mafioso.

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