397 mila ettari in terraferma, molto di più degli ettari riservati ai parchi abruzzesi; 470.000 in mare su un’area più grande del Molise. Altro che Regione Verde d’Europa, il nostro Abruzzo, grazie al Decreto sbloccaitalia ribattezzato decreto sbloccatrivelle, condannato a diventare la regione nera d’Europa con il 37% del suo territorio di fatto regalato alle compagnie petrolifere che con quattro soldi possono piazzare i loro bei pozzi ovunque. Unica barricata contro lo scempio normativo indicato dal Governo Monti e ribadito dal Governo Renzi, quella dei movimenti che stanno dando vita alla campagna “Blocca lo sblocca Italia”: hanno già aderito 140 associazioni in tutta Italia e mercoledi prossimo davanti alla Camera presidio di protesta con la speranza che si riesca ad ottenere qualcosa prima del 12 novembre quando il decreto diventerà legge: “In questo decreto – spiega Augusto De Sanctis – un pozzo é considerato sito d’interesse strategico nazionale più di un vigneto grazie al quale si produce un vino tra i più apprezzati al mondo, questo per farvi capire l’assurdità di questo documento che va assolutamente contrastato con ogni mezzo.” Al di là delle dichiarazioni di facciata cosa chiedete ai politici abruzzesi?: “A tutti i parlamentari abruzzesi che votino contro questo decreto, in particolare a quelli di maggioranza, di fronte al rischio che si chieda la fiducia, di andare contro la propria appartenenza politica e che si pensi, invece, al futuro per i prossimi decenni della loro Regione.”
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