Una famiglia distrutta da un lutto che si ricompone piano piano, con fatica, ritrovando quei ruoli esistenziali che connotano la società occidentale: una zia che suo malgrado diventa madre, una nonna anziana, un padre assente, un adolescente che resta all’improvviso senza mamma. E poi una donna, che muore sotto le macerie del terremoto dell’Aquila e che è quella sorella-figlia-madre e moglie intorno a cui ruota l’esistenza da ricostruire di un’intero nucleo famigliare. Sullo sfondo, il sisma e la città dell’Aquila, distrutta non solo materialmente, ma anche e soprattutto socialmente. E’ il secondo romanzo della scrittrice teramana Donatella Di Pietrantonio, “Bella mia”, presentato a Fontecchio. Già con il primo libro, «Mia madre è un fiume» (pubblicato nel 2011), l’autrice ha vinto diversi premi ed è stata anche outsider al Premio Strega 2014.
A Fontecchio la scrittrice Di Pietrantonio racconta il libro “Bella mia”

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