Pescara: “Noi gli sfollati di Via Lago di Borgiano”

29 mesi sono passati da quell’aprile del 2017 quando 85 famiglie, in fretta e furia, sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni in Via Lago di Borgiano a Pescara perché i palazzi sono stati dichiarati inagibili.

Parliamo di edilizia popolare, in una delle periferie più difficili di Pescara, il quartiere Rancitelli, tre edifici di Via Lago di Borgiano, i civici 14, 18 e 22,  alla luce delle verifiche a seguito del sisma del 2016 e del 2017, sono risultati inagibili e l’allora sindaco Marco Alessandrini costretto a firmare un’ordinanza d’immediato sgombero. 85 famiglie in mezzo alla strada, per tutti almeno il contributo di autonoma sistemazione, molti hanno individuato soluzioni alternative, molti altri sistemati in un paio di hotel. A distanza di due anni e mezzo, però, i manufatti sono ancora li recintati in qualche modo, andrebbero abbattuti e ricostruiti, l’Ater spera nei Fondi Cipe, già individuati 11 milioni 525 mila euro, ma manca la delibera e la Regione, ora l’assessore di riferimento è Guido Liris, non ha al momento inviato alcuna sollecitazione per sbloccare i fondi. Ci sono poi due palazzi in Via Tronto, quasi completati, ed è lì che molti degli sfollati di Via Lago di Borgiano dovrebbero trovare sistemazione, ma la fine dei lavori sembra ancora lontana. ed allora si continua a vivere in modo precario come ci raccontano due degli oltre duecento sfollati, Pierluigi Cianci ed Antonella Mancinelli:

“Siamo qui da oltre due anni e mezzo senza avere comunicazioni ufficiali dalle istituzioni – ci racconta Pierluigi Cianci – io nel frattempo ho perso anche i miei genitori e vivo solo in una stanza d’albergo, cosa ci riserva il destino non lo so, cerchiamo solo di non perdere la speranza.”

“Io vivo con mia madre di 86 anni – ci racconta invece Antonella Mancinelli, operatrice socio sanitaria in attesa di occupazione – per carità qui in Hotel sono tutti molto gentili, ma come si fa a vivere, specie con una persona anziana, in una camera d’hotel, tanti disagi, soldi per la lavanderia, senza contare che molte delle nostre cose sono ancora in quegli appartamenti dove non possiamo più tornare.”

Il servizio del Tg8