Calcio a 5 – Italia Argentina, che spettacolo!

Gol e spettacolo nel match che ha inaugurato ieri il triangolare di Pescara. Italia Argentina finisce 3-3 con gli azzurri in vantaggio fino a pochi secondi dalla sirena. Oggi Argentina-Bosnia; domani alle 20,30 Italia Bosnia.

Ottima prova degli azzurri in un Pala Giovanni Paolo II gremito all’inverosimile. L’Italia del neo Ct Alessio Musti scappa sul 3-1, ma i campioni del mondo strappano il pari all’ultimo. Presente un ospite d’eccezione, il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Oggi alle 20,30 Argentina-Bosnia; domani alle 20,30 Italia-Bosnia.

LA PARTITA

Di fronte al tutto esaurito del Pala Giovanni Paolo II di Pescara, avvio a ritmi altissimi fra Italia e Argentina. Gli azzurri creano gioco, ma Cuzzolino e compagni rispondono colpo su colpo e in ripartenza creano grandi problemi a Mammarella, specialmente con Borruto. All’ottavo, su un pallone perso, Rescia è letale nel realizzare l’1-0 ospite. La risposta italiana porta la firma di Marcelinho che con una sforbiciata prova a far venir giù il palasport, ma Sarmiento sventa in corner. Al diciassettesimo ci prova al volo Ercolessi, ma il suo sinistro finisce alto di un niente. Il capitano ci riprova qualche secondo più tardi ma, sempre col mancino, stavolta è il palo a dirgli di no a Sarmiento battuto. Il pari è nell’aria e arriva grazie a De Oliveira a 30” dall’intervallo: schema perfetto su calcio di punizione e palla in fondo al sacco. Nel secondo tempo l’Italia riparte al massimo. Ercolessi al secondo minuto manda avanti gli azzurri per la prima volta nell’incontro e qualche istante dopo Cesaroni batte di nuovo Sarmiento per il massimo vantaggio italiano. L’Argentina reagisce d’orgoglio, gettandosi in avanti e serve San Mammarella a tenere il punteggio inchiodato sul 3-1. Così, a 5′ dalla fine Lucuix è costretto a inserire Tripodi portiere di movimento. A 45” dalla sirena, proprio con il 5vs4 Brandi riaccende le speranze dei sudamericani. E’ ancora il numero 11 argentino a impattare la sfida quando mancano solo quattordici secondi alla fine. L’Argentina non muore mai: è una beffa per gli azzurri, ma grande prova ugualmente della squadra di Musti al cospetto dei campioni del mondo in carica.