L’Aquila calcio – Fedeli la speranza, città assente

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L’Aquila calcio – Attesa per la risposta di Fedeli alla mail di Marco De Paulis. L’attuale presidente della Sambenedettese è l’unica speranza per il calcio nel capoluogo

Sotto il sole di giugno si spera possa nascere il nuovo corso dell’Aquila calcio. L’imprenditore Franco Fedeli, attuale patron della Sambenedettese, è l’unica speranza ad oggi per il calcio in città e guai a farlo scappare. In estrema sintesi Fedeli si è detto disposto ad aiutare l’Aquila in questa stagione con l’impegno di acquisirla al 100% il prossimo anno. Come? Contribuendo al 50% del costo della gestione del campionato di promozione. La quota stimata, dopo un incontro,  è di circa 100 mila euro. Marco De Paulis ( senza il supporto di Penzi) però non ha intenzione di proseguire ed allora occorre trovare l’altra parte delle risorse per completare il budget: soluzione trovata da Fabrizio Rossi che ha coinvolto alcuni amici. Quale è il problema? Marco De Paulis, al netto del costo della gestione del prossimo campionato, chiede una quota intesa come valore della società da utilizzare per rientrare di alcune spese personali e coprire la parte mancante per chiudere il campionato appena concluso. La richiesta, inoltrata via mail, è in attesa di una risposta da parte di Fedeli. Le considerazioni che andrebbero fatte sono tante. Ci limitiamo a dire: guai a perdere l’opportunità di Fedeli;  un grande e stimato imprenditore come Penzi che aveva fatto intendere di poter fare calcio a grandi livelli si è disimpegnato dopo una sponsorizzazione fatta in prima categoria ( il perchè non è doveroso saperlo, ognuno fa quello che ritiene opportuno); l’Aquila calcio ha accumulato debiti anche in prima categoria; ultima e sicuramente più grave e ripetuta da anni: l’Aquila non è in grado di fare sport. Che piaccia o no è un dato di fatto. Si legga calcio, rugby, basket o volley: dove inizia il professionismo o comunque dove servono risorse il capoluogo si scioglie. A Teramo in meno di una settimana oltre 4 milioni di debiti e una questione stadio spinosa sono state risolti da imprenditori teramani innamorati e carichi di buon senso. A Pordenone sono stati trovati fondi incredibili a strettissimo giro solo per ricordare episodi recenti. L’Aquila invece resta nell’anonimato con la classe imprenditoriale che non vede lo sport. Che piaccia o no il vero problema è questo: l’assenza di imprenditori interessati motivo per cui si faciliti al massimo il passaggio a Fedeli.