L’Aquila, Sprar ai minori: la maggioranza si spacca. Globuli rossi attacca il sindaco

Volano stracci all’interno della maggioranza in Consiglio comunale all’Aquila. Un Consiglio comunale da resa dei conti quello di ieri, con la maggioranza di centrodestra che si è spacca sull’accoglienza ai migranti minorenni.

La crisi interna al centrodestra chiamato al governo della città meno di un anno fa si è concretizzata al momento del voto su un ordine del giorno presentato dai consiglieri di minoranza Paolo Romano ed Elia Serpetti del “Passo possibile”, che estende il progetto Sprar “Battiti di integrazione”, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati, anche alla tutela dei migranti minorenni non accompagnati. E che è stato approvato proprio grazie anche ai voti di Forza Italia e di L’Aquila Futura. Emblematico è che quest’ultima lista esprima in giunta un assessorato importante in una città come L’Aquila: quello alle Politiche sociali. Si sono opposti invece i consiglieri di Fratelli d’Italia e della Lega, oltre al capogruppo di Benvenuto presente Daniele D’Angelo. Si è astenuto invece Raffaele Daniele dell’Unione di centro. Alla seduta era assente – un’assenza voluta, strategica, dicono le opposizioni – il sindaco Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia.

“Evidentemente per lui il Consiglio comunale è superfluo, forse anche inutile, e continua così a fuggire da qualsiasi tipo di contraddittorio”, ironizza Giustino Masciocco di “Articolo uno”.

Acque agitate nella Lega, che ora chiede spiegazioni su “una proposta – si legge in una nota – che nasce dall’opposizione e che è stata votata anche da molti consiglieri di maggioranza, una vergogna che un’amministrazione di centro-destra con un Sindaco con una storia politica chiara e limpida approvi lo schiavismo del terzo millennio, giocando sulla pelle degli immigrati e accettando la spesa folle di denaro pubblico”. Reazione di carattere opposto quelle del Partito democratico, che esulta: “A nemmeno un anno dalle elezioni comunali si osservano frizioni e divisioni tipiche delle fasi di fine mandato”, commenta il segretario Dem dell’Aquila e consigliere comunale, Stefano Albano. “Fratelli d’Italia ha votato contro. Si tratta del partito del sindaco, uscito dall’Aula al momento del voto. E’ una bocciatura politica del suo operato”.

Una riunione di maggioranza necessaria, perché “è impensabile portare avanti un’azione amministrativa con due forze che compongono la maggioranza e che si fanno pianificare dall’opposizione la politica relativa alla gestione dei migranti, votando un ordine del giorno che Fratelli d’Italia e Lega hanno bocciato”. Parole trancianti quelle del deputato e assessore all’Urbanistica di “Noi con Salvini”, Luigi D’Eramo, che chiama a raccolta tutte le forze politiche di centrodestra, in un confronto che si preannuncia duro e che dovrà tenersi già nei primi giorni della prossima settimana.

Una maggioranza è tale quando ha la capacità di governare, di essere ‘sintesi’ delle proposte che arrivano in aula e nel momento in cui non vota spaccandosi e creando un’inspiegabile collegamento con le forze di opposizione”.

Il voto a favore dell’ordine del giorno proposto dai due consiglieri del “Passo possibile” (una delle principali liste in appoggio, un anno fa, alla candidatura come sindaco di centrosinistra di Americo Di Benedetto) impone un ripensamento del modus operandi sin qui seguito dalla maggioranza di Biondi. Per D’Eramo, dal punto di vista amministrativo, la situazione che si è creata al Consiglio comunale di ieri è “grottesca”. Si tratta, in effetti, di un ordine del giorno proposto dal centrosinistra e approvato anche grazie ai voti di alcuni esponenti del centrodestra tra cui, e questo è lo scoglio maggiore, un assessore.

Un ordine del giorno approvato rappresenta la volontà di un Consiglio comunale che decide di fare una cosa – spiega D’Eramo – e che dev’essere seguito da atti. Il fatto che si sia votato l’allargamento dello Sprar attraverso un ordine del giorno non significa che quel provvedimento è attuabile, sarà necessario produrre altri atti.

E chi dovrà produrli? Ecco il paradosso: quell’assessorato alle Politiche sociali guidato dal Francesco Bignotti, esponente di “L’Aquila futura”. Il quale, riconosce D’Eramo, non potrà sottrarsi al suo impegno di fronte a una precisa volontà dell’assise civica. Due gli scenari a questo punto: o si torna in Consiglio comunale e si vota un nuovo ordine del giorno che boccia l’allargamento dello Sprar; oppure l’assessore alle Politiche sociali dovrà produrre atti amministrativi di giunta e di Consiglio per essere coerente e conseguente con quanto stabilito con l’ordine del giorno contestato. Ma ciò non basterebbe ugualmente a sanare il caos, e potrebbe esserci una nuova spaccatura in maggioranza perché – è facile intuire – Fratelli d’Italia e Lega voterebbero contro un provvedimento firmato e proposto da un assessore della maggioranza. Una vera patata bollente da pelare, e che porrà lo stesso sindaco di fronte a un bivio. Potrebbe a questo punto anche palesarsi il venir meno del sostegno all’assessore Bignotti, che già in passato è finito nella bufera per alcuni fondi europei destinati al Sociale persi. Prospettiva che, però, D’Eramo smentisce:

Non è questo il discorso. Io credo che Bignotti sia un bravo assessore, ma c’è bisogno che tutti comprendano che il governo della città oggi è rappresentato dal centrodestra e che nessuno all’interno della coalizione può assumere decisioni o derogare agli impegni elettorali assunti senza concertare con gli altri componenti della coalizione. Questa è la coerenza politica. La nostra posizione sull’immigrazione è sempre stata chiara e io voglio essere fedele agli impegni assunti.

Una sfiducia che, però, già serpeggia in seno alla maggioranza: l’inghippo, l’inciampo, la svista (o come lo si voglia definire) di Bignotti e dei rappresentanti di Forza Italia pone il dubbio che lo stesso atteggiamento possa riproporsi anche in futuro. “Dobbiamo sapere se Forza Italia è una forza responsabile oppure se vuole alimentare un trasversalismo inconcepibile con il centrosinistra di questa città”, rincara D’Eramo. Un problema di decisione e pianificazione del problema dell’immigrazione, da affrontare con una visione globale e una strategia studiata, in quanto “riguarda il futuro della città”. Difficile immaginare una riconciliazione veloce e indolore con Bignotti: “Non possiamo avere un assessore al Sociale che si fa pianificare l’intera politica sociale della coalizione dall’opposizione”, insiste il deputato della Lega, che chiede le scuse ufficiali del collega di “L’Aquila futura”. Il quale, intanto, affida a una nota (firmata con il capogruppo Roberto Santangelo e il consigliere Luca Rocci) la sua posizione:

Il gruppo consiliare di L’Aquila Futura è sempre stato leale al programma di mandato di questa amministrazione, dimostrandolo nel rispetto delle regole durante tutta l’azione amministrativa. Ci siamo ‘accollati’, sin da subito e con il massimo impegno, la tematica dell’immigrazione senza mai dimenticare anche la dimensione della solidarietà che è parte della nostra matrice identitaria cattolica.

Intanto il collettivo di area di centrosinistra “Globuli Rossi” affida a una nota le sue considerazioni, criticando il sindaco per la sua assenza alle celebrazioni per la Liberazione, il 25 aprile. Il collettivo sottolinea anche alcuni “rapporti ambigui” fra amministrazione comunale e il sindaco, e alcuni componenti dello staff del primo cittadino e una società di comunicazione nella quale lavora anche la moglie del sindaco.

IL SERVIZIO DEL TG8:

LA NOTA DI GLOBULI ROSSI:

Il 25 Aprile, il giorno della liberazione, il Sindaco di Fratelli d’Italia (già CasaPound), al suo primo mandato, era in altre faccende affaccendato. Non era alla deposizione della Corona al monumento ai Caduti alla Villa Comunale come non era a quella a dei 9 martiri aquilani davanti alla lapide in loro ricordo. Non c’era il Sindaco alle manifestazioni che ricordano l’Italia liberata dal nazifascismo, da dove nacque la Costituzione Repubblicana su cui ha giurato al suo insediamento. Ha delegato il suo Vice, perché il Sindaco di Fd’I (o Casa Pound) non può riconoscere la lotta partigiana di liberazione. Però nello stesso giorno, il 25 aprile, le redazioni sono state informate da un comunicato stampa, della riapertura dell’ostello a Campo Imperatore: grande Festa, un biglietto, una birra a quota 2115. Firmataria del comunicato stampa era Elisa Marulli, quale ufficio stampa perwww.ostellocampoimperatore.com e titolare con altri della srls Didimà Comunicazione.  In sostanza il Centro Turistico Commissariato col Dirigente De Nardis, illegittimo secondo alcuni ma ormai nessuno strilla più dentro il consiglio comunale, ha affidato in via diretta a una società (Esso quissi) la gestione dell’Ostello “Lo Zio” e questi, guarda un po’ il caso, si sono serviti della società Didimà per la comunicazione e l’ufficio stampa. Noi facciamo i migliori auguri ai coraggiosi ragazzi che hanno preso in gestione l’ostello e siamo sicuri che faranno bene e di qualità il loro lavoro, ma non possiamo chiuderci gli occhi di fronte a queste congiunture astrali. Come detto la Didimà è della moglie del Sindaco e di Alessia di Giovacchino che sta nello staff dello stesso Sindaco ma viene pagata da Abruzzo Engineering con i soldi della ricostruzione. Questo filotto ricorda tanto tempi dell’arraffo: un capitombolo all’indietro per modi e fatti che fa rabbrividire. Del resto a Campo Imperatore è facile scivolare ma al posto dell’aria fresca e frizzantina del luogo, che avevano promesso e spergiurato, quella che si respira sa di muffa antica che prende la bocca dello stomaco. Il meccanismo ha rotto il granello.