Università: la d’Annunzio perde matricole

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Tra le università italiane la d’Annunzio perde matricole e posizioni, piazzandosi al 33° posto nella classifica dei 61 atenei, analizzati da Il Sole 24 ore. Stabile L’Aquila; in crescita Teramo al 31° posto.

Lui, una caduta libera come quella dell’università che porta il suo nome, non l’avrebbe mai tollerata: perché Gabriele d’Annunzio, poeta aviatore, avrebbe sicuramente recuperato la quota, salvando l’onore al grido di “eja, eja, eja, alalà!”, quel motto alternativo all’esterofilo hip hip hurrà, che il Vate coniò nel 1918, scrivendolo su una bandiera tricolore, donata agli aviatori. Questa volta però non basta un grido di guerra, seppur scaramantico e autorevole come quello dannunziano, a salvare l’università teatino-pescarese dalla debacle del preoccupante calo di immatricolazioni, registrato dal 2011 al 2015: l’ateneo dannunziano perde infatti 3.955 studenti, che matematicamente tradotto significa -36%.
E non è tutto, perché una recente classifica stilata da Il Sole 24 ore, che ha elaborato cifre, intrecciando i dati del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e quelli delle anagrafi degli studenti, evidenzia il calo dell’ateneo che, rispetto alla stessa classifica del 2014 perde tre posizioni, piazzandosi al 33° posto su un elenco di 61 università. Stabile L’Aquila al 53° posto. Chi invece guadagna posizioni è l’università di Teramo, che scala la classifica passando dal 38° posto del 2014 al 31° del 2015 e primeggiando dunque tra le abruzzesi.
La mancanza di una politica universitaria e una scarsa attenzione per gli studenti sembrerebbero essere il mix letale che ha causato quest’emorragia di immatricolazioni nell’ateneo teatino-pescarese, secondo quanto più volte denunciato da Goffredo De Carolis, segretario generale della Csa Cisal, che aveva già proposto un piano di salvezza per l’università in tempi non sospetti.
E oggi che anche la classifica del Sole 24 ore non lascia dubbi, ci si domanda quali saranno le strategie messe in campo per recuperare posizioni e matricole. Forse ancora una volta il Vate potrebbe indicare la via: “Memento audere semper”, ricordati di osare sempre. Ne facciano tesoro i vertici dell’ateneo dannunziano e traducano l’insegnamento dell’illustre abruzzese in un piano di salvataggio dell’ateneo.