Sulmona: in 6000 sfilano contro il Gasdotto

Dalla Diocesi a 54 comuni, da 190 associazioni a 65 aziende, sindacati, movimenti politici e aree protette hanno manifestato, oggi , in corteo a Sulmona contro la realizzazione della centrale Snam e del Gasdotto.

IN 6000 LUNGO LE STRADE DI SULMONA

Circa seimila persone hanno sfilato per le strade di Sulmona per dire ‘no’ alla realizzazione della centrale di compressione a servizio del metanodotto Brindisi-Minerbio che la Snam vorrebbe realizzare nel capoluogo peligno. Il corteo aperto dal Coordinamento No Hub del Gas si sviluppa per circa un chilometro ed è composto oltre che dalle varie associazioni ambientaliste anche da circa 60 amministratori e sindaci dei Comuni del centro Abruzzo e delle Regioni attraversate dal metanodotto. Presenti anche Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione Abruzzo, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, e vari parlamentari, tra i quali Stefania Pezzopane, Gabriella Di Girolamo, Gianfranco Rotondi e Nazario Pagano. Il corteo approderà in piazza Garibaldi dove ci saranno i vari interventi dei partecipanti.

SNAM ESPRIME RISPETTO PER LA PROTESTA, MA CHIEDE UN CONFRONTO CON LA COLLETTIVITA’

Snam esprime rispetto e considerazione per tutte le legittime posizioni provenienti dai territori nei quali opera, specie se espresse in modo civile e partecipato come oggi a Sulmona, e conferma la propria intenzione di dialogare e confrontarsi con cittadini e istituzioni locali per fornire maggiori chiarimenti, anche rispetto a informazioni non corrette circolate nelle ultime settimane, e per dimostrare l’utilità del proprio progetto per l’Abruzzo e l’Italia. Il progetto è in linea con quanto previsto dalla Strategia energetica nazionale, in un contesto di aumento dei consumi, ed è necessario per portare il gas naturale alle famiglie e alle industrie del nostro paese. Il gas naturale può svolgere un ruolo importante nel percorso di decarbonizzazione dell’Italia grazie ai nuovi utilizzi in vari settori come i trasporti e alla diffusione del biometano, gas al 100% rinnovabile che può essere immesso nelle infrastrutture esistenti. Snam ribadisce che le proprie opere non comportano pericoli per la sicurezza e per la salute delle persone: i gasdotti sono infrastrutture essenziali per il trasporto del gas dai punti di importazione ai vari luoghi di consumo del nostro paese, sono compatibili con l’ambiente e non hanno mai subito incidenti o interruzioni nel corso dei terremoti verificatisi negli ultimi decenni in Italia e all’estero. Nel solo Abruzzo, peraltro, sono già da tempo in esercizio 1.000 km di metanodotti; in particolare Sulmona è raggiunta da due gasdotti delle stesse dimensioni di quello in progetto. I gasdotti sono completamente interrati e non danneggiano i territori, che vengono tutelati e protetti da capillari operazioni di ripristino delle condizioni originarie al termine di ogni scavo; sui terreni sarà possibile riprendere tutte le attività precedentemente svolte, anche per le coltivazioni agricole esistenti comprese quelle ad alto fusto. Per quanto riguarda l’impianto di Sulmona, Snam ribadisce che si tratta di un insediamento simile ad altri 11 già esistenti in Italia, a basso impatto ambientale, con emissioni di polveri sottili direttamente derivanti dalle turbine pari a zero o talmente trascurabili da essere considerate nulle e con emissioni di ossido di azoto e monossido di carbonio abbondantemente al di sotto dei limiti di legge. Per maggiori informazioni sui progetti di Snam in Abruzzo è possibile consultare il sito www.snam.it/snamperabruzzo.

 

“Sono 365 le istituzioni e le organizzazioni contro la deriva fossile e le opere impattanti, dalla centrale al gasdotto, oltre a tanti cittadini”, così gli organizzatori del corteo che ha avuto adesioni da tutta Italia.  Per dire no agli 11 gli interventi principali tra stoccaggi, gasdotti, pozzi solo tra Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria e Molise.

“Tasselli di un progetto unitario, trasformare per i prossimi decenni il Belpaese nell’Hub del Gas europeo, – affermano i promotori del corteo – un polo energetico degli idrocarburi, l’energia del passato. Manifestiamo per la valorizzazione del Belpaese, per il risparmio, l’efficienza energetica, le nuove tecnologie e contro le opere “fossili” degli idrocarburi; scendiamo in piazza per difendere il territorio da opere dannose, costose e inutili come la centrale SNAM di Sulmona e il “gasdotto dei terremoti” Sulmona-Foligno; contestiamo che in ltalia, il paese del sole, bellissimo per il patrimonio ambientale e naturale, con alta densità di popolazione e grandi problemi ambientali da risolvere, a forte rischio sismico e idrogeologico, siano realizzate grandi opere per la realizzazione dell’Hub del Gas avviando il paese verso il binario morto dell’energia fossile.”

Il corteo ha percorso  le vie di Sulmona dalle 15 in poi a partire da Viale Togliatti con conclusione a Piazza Garibaldi. Sono 365 le adesioni pervenute da tutta Italia, dalla Diocesi con in testa il vescovo ai comuni, alle aree protette e ai rappresentanti istituzionali della regione passando per tantissime organizzazioni, da 190 associazioni nazionali e locali di tantissime regioni a tutte le sigle sindacali, da quasi tutti i partiti a decine di realtà economiche operanti sul territorio.

 

È un vero e proprio coro quello che si alza a Sulmona: “Stop a progetti calati dall’alto come centrale e gasdotto, basta con le fossili e con le opere inutili e dannose, vogliamo il risanamento del territorio, da Bussi alla qualità dell’aria, la prevenzione sismica per ospedali e scuole, la valorizzazione turistica e la protezione della salute e dell’ambiente. Stoccaggi, pozzi di estrazione, gasdotti, prospezioni petrolifere su larga scala in mare che elenchiamo qui con una breve descrizione delle loro principali caratteristiche. Tanti i rischi connessi, da frane a esplosioni, da emissioni in atmosfera con danni locali e generali per i cambiamenti climatici, dai sismi indotti alla perdita di biodiversità, dalla subsidenza all’impatto sulla salute per i cittadini, dal danno al turismo a quello alla pesca. Invece sono tanti profitti per chi realizza e gestisce le opere per estrarre, stoccare e far transitare il gas verso il Nord Europa con la beffa che a pagarle siamo noi con le bollette! E’ il frutto avvelenato di una politica governativa finora schierata con petrolieri ed affini guardando agli interessi del passato che non vogliono tramontare nel paese del sole, che non vogliono far vedere il presente e voltare il paese verso le tecnologie che già oggi stanno cambiando il volto dell’economia mondiale. Il consumo di gas in Italia ha avuto il picco nel 2005 e la rete esistente è sovra-dimensionata. A Marzo in Portogallo tutta l’energia elettrica consumata è stata prodotta da rinnovabili e hanno pure esportato. Per la mobilità il mercato in 2-3 anni sarà inondato da modelli totalmente elettrici e in Giappone le colonnine di ricarica elettrica superano già oggi i distributori di carburante in vista di questa rivoluzione che in realtà è già in corso in molti paesi. In Norvegia ormai si vendono più auto elettriche che tradizionali. L’idea del gas come fonte di transizione per 40-50 anni (che poi è la vita di un gasdotto) tra carbone e rinnovabili sta tramontando velocemente per via della rivoluzione tecnologica e della necessità sempre più impellente di combattere i cambiamenti climatici. I problemi dell’intermittenza dell’energia prodotta da rinnovabili si sta risolvendo in pochi anni con impianti di accumulo che iniziano a funzionare in grandi paesi. Le lobby che hanno influenzato le politiche energetiche del paese negli ultimi anni ci stanno facendo quindi perdere il treno avviandoci su un binario morto con pesantissimi impatti sul territorio. Per questo oggi saremo in tanti a Sulmona per affermare i nostri diritti anche verso atti arroganti di un governo che ha perso le elezioni proprio per le loro politiche vecchie ma che vuole continuare a decidere come se nulla fosse accaduto. Un Governo e diversi funzionari ministeriali che pensano a far attraversare con un enorme cantiere i tre crateri sismici di L’Aquila, Amatrice e Norcia da un’opera miliardaria mentre tutto attorno i cittadini vivono quotidianamente problemi immensi. Cosa è strategico veramente? Per chi? Le comunità si rimettono in marcia dopo aver sconfitto, all’ultimo secondo utile dopo lotte di dieci anni, Centro oli di Ortona e Ombrina, prove che l’unica lotta che si perde sicuramente è quella che non si combatte. In queste settimane abbiamo svolto più di 25 incontri sul territorio nella carovana No Hub delGas. Noi ci siamo – conclude il Comitato – e invitiamo tanti cittadini a partecipare in questa bella lotta per la difesa del nostro patrimonio e della nostra salute.

PER SAPERNE DI PIU’

SU RETE 8 NE “I FATTI E LE OPINIONI APPROFONDIMENTO SULLE RAGIONI DEL SI E QUELLE DEL NO ALL’OPERA. LA TRASMISSIONE CON DANTE CASERTA, STEFANO CIANCIOTTA E  L’INTERVENTO DEL DIRIGENTE SNAM MASSIMO MONTECCHIARI. IL VIDEO: