Discarica abusiva Celano: la denuncia del WWF

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Discarica abusiva Celano: la denuncia del WWF. “La discarica abusiva di Celano nota da anni nell’ indifferenza generale” Lo denuncia il WWF Abruzzo Montano che chiede maggiore attenzione per l’ambiente e per la salute dei cittadini

“La discarica abusiva di 40 ettari in località Cese San Marcello a Celano, sequestrata nei giorni scorsi dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri e scoperta con moderni sistemi di telerilevamento e comparazione di foto satellitari, è l’emblema della nostra disattenzione verso l’ambiente nel corso degli ultimi 50 anni.” È quanto dichiara il presidente del WWF Abruzzo Montano, Walter Delle Coste. “Sono esattamente tanti, gli anni passati da quando si è iniziato ad estrarre da quel sito il materiale utilizzato per la costruzione della nostra “cara” e “ritoccata” autostrada A25 e poi quel grande buco ha iniziato ad ingoiare ogni sorta di materiale di origine e provenienza incerta. Saranno ora i carotaggi a verificare cosa è sotterrato in quel precipizio in cui stanno cadendo le certezze del nostro sfrenato consumismo e di un’industrializzazione che – oltraggiosa del nostro territorio – dopo averlo sedotto, lo ha desolatamente abbandonato. Come la Sadam che, abbandonata la produzione saccarifera in Borgo Strada 14, ha lasciato a casa decine di operai con il pericolo, ancora incombente, di una riconversione attraverso l’inceneritore PowerCrop e ci ha lasciato in eredità, proprio in quel sito, anche migliaia di metri cubi di calce di defecazione attraverso una convenzione stipulata con il Comune di Celano, come ha esposto, nella minuziosa e tecnica cronistoria sulla discarica, il sindaco di Celano, ing. Filippo Santilli, durante il consiglio comunale straordinario del 12 febbraio scorso. Nello stesso tempo, la scrupolosa relazione ha fatto sorgere altre domande:

Perché la Sadam ha preferito pagare decine di migliaia di euro al Comune di Celano, si chiede l’associazione ambientalista,  per depositare in un terreno definito non agricolo un composto usato e venduto come ammendante e correttivo per l’acidità dei  terreni agricoli?

Perché non li ha conferiti gratuitamente sui terreni agricoli delle aziende presenti nel Fucino?

Essendo contigui alla discarica sequestrata sia il Centro di raccolta rifiuti differenziati di Celano, sia l’impianto di compostaggio di Aielli, che lavora anche i rifiuti provenienti da Roma (entrambi gestiti dall’ACIAM), possibile che nessuno, dalle maestranze ai retribuiti consiglieri dell’Azienda Consortile, abbia notato e segnalato anomalie ambientali?

Il sito della discarica, insieme con altri siti in località Porciano, sempre a Celano, si legge sempre nel documento,  sono stati segnalati anni addietro dal WWF per essere stati utilizzati come discariche di materiale vario affiorante, con una notevole quantità di pneumatici per autotrazione, come documentato dalle foto allegate. Pneumatici presumibilmente acquistati in nero, che non potendo essere smaltiti legalmente, sono stati bruciati periodicamente insieme con altro materiale, sprigionando fumi, diossine e sostanze cancerogene. L’ultimo incendio, visibile da tutta la Marsica, come documenta la foto allegata, è avvenuto il 28 gennaio 2016 in un sito adiacente alla discarica sequestrata; è stato spento grazie al tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco di Avezzano e del Corpo Forestale. Secondo lo studio dell’Agenzia Sanitaria Regionale, il Comune di Celano è uno dei dieci comuni con la maggiore prevalenza di tumori dell’intera regione Abruzzo nel periodo 2006-2011. Il WWF Abruzzo Montano è consapevole delle innegabili difficoltà nel contrastare le discariche abusive, che interessano purtroppo l’intero territorio marsicano, e del grave danno ambientale ed economico a carico della collettività per la bonifica ed il ripristino dei luoghi ma tuttavia sottolinea che desta enorme preoccupazione il fatto che segnalazioni di degrado ambientale – con rischio d’inquinamento del suolo e delle falde acquifere – vengano ignorate o minimizzate da chi dovrebbe invece preoccuparsi di tutelare prioritariamente la salute, l’ambiente e l’economia agricola, attraverso la prevenzione ed il controllo del territorio. Da questa inquietante esperienza, che non è la prima e anticipiamo che non sarà l’ultima, è invece auspicabile una maggiore attenzione e concretezza attraverso l’azione coordinata tra amministratori, Polizia Municipale, Carabinieri, Corpo Forestale, ambientalisti, cittadini, agricoltori, per la prevenzione ed il contrasto dei reati ambientali.