L’Aquila, 41 bis: ok dal Tribunale di sorveglianza a portare giochi durante i colloqui con i figli

Un detenuto in 41 bis vince la causa contro il carcere: potrà portare con sé dolci e giochi durante i colloqui con la figlioletta. A stabilirlo è il Tribunale di sorveglianza dell’Aquila. Si apre un varco verso l’ampliamento dei diritti dei detenuti. L’uomo è assistito dall’avvocata del Foro dell’Aquila Nicoletta Ortenzi.

Un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila datata 14 gennaio 2020 destinata ad aprire un varco verso l’ampliamento dei diritti dei detenuti in 41 bis. Un precedente che riguarda il carcere di massima sicurezza dell’Aquila, conosciuto come “Le Costarelle”, dove sono detenute anche persone responsabili di reati di terrorismo o mafia, ma che potrebbe facilmente essere esteso anche ad altre carceri italiane.

A vincere una battaglia per i diritti in particolare di un detenuto in 41 bis è la giovane avvocata del foro dell’Aquila, Nicoletta Ortenzi, che racconta la storia del suo assistito, un ragazzo di 31 anni, al quale era impedito di portare con sé giochi o dolci durante i colloqui con la figlia molto piccola. Una bimba nata quando lui era già in carcere. La battaglia legale durata quasi due anni. Il Tribunale di Sorveglianza in sostanza ordina – come si legge nel documento – alla casa circondariale dell’Aquila “di consentire al detenuto di acquistare generi, dolci o giocattoli da consegnare alla figlia minore durante il colloquio”.

Un cambio di passo rispetto al passato, perché fino a quel momento i genitori in regime di 41 bis avevano diritto a portare con sé soltanto un pacchetto di fazzoletti di carta. I detenuti non potevano inoltre consegnare personalmente i giochi ai propri figli, compito affidato agli agenti del carcere a fine colloquio.