L’Aquila, Liberazione. L’ex rettore Schippa: “I Nove Martiri esempio per i giovani”

I Nove martiri dell’Aquila non avevano più di 20 anni quando vennero trucidati dai tedeschi il 23 settembre del 1943.  Bruno D’Inzillo, Bernardino Di Mario, Fernando Della Torre, Carmine Mancini, Giorgio Scimia, Francesco Colaiuda, Anteo Alleva, Sante Marchetti e Pio Bartolini, questi i nomi dei giovani eroi partigiani dell’Aquila.

Nel loro ricordo, con la deposizione in silenzio e raccoglimento della corona di alloro, a piazzetta IX Martiri, sono partite le cerimonie della Liberazione previste in centro storico. Nove ragazzi, che durante la Seconda Guerra Mondiale erano lavoratori e studenti, che decisero di schierarsi per la pace e per la liberazione della loro città e del Paese dall’occupazione nazista e dal fascismo che aveva piegato l’Italia.

Un gesto, quello dei giovani martiri aquilani, che oggi più che mai dev’essere preso da esempio. Soprattutto dalle nuove generazioni. Perdere la libertà: la maggior parte dei giovani non sa cosa vuol dire, e l’università e la scuola hanno il dovere di ricordarlo, è l’appello del 95enne ex rettore dell’Ateneo aquilano, Giovanni Schippa.

Tante le cerimonie che si sono tenute in città e nelle frazioni in cui si è combattuta la Resistenza: alla Villa Comunale l’omaggio ai Caduti della Patria, con l’alzabandiera, l’esecuzione dell’Inno nazionale, la deposizione di una corona, e la lettura della preghiera per i Caduti. Poi il ricordo, nella frazione di Filetto, della strage del 7 giugno 1944; a Onn la cerimonia commemorativa delle vittime della strage dell’11 giugno 1944 e alla caserma Pasquali-Campomizzi l’omaggio della Municipalità al sacrificio dei Nove Martiri Aquilani, nel luogo dove i giovani vennero uccisi dai nazisti.

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