Parco Gran Sasso- Verso il referendum per ridurre i confini

Sono in tanti a credere nell’importanza del referendum per ridurre i confini del Parco nazionale del Gran Sasso.

 

Nel giorno in cui  il consiglio direttivo del Parco nazionale del Gran Sasso ha scelto Maurizio Pelosi come nuovo vice presidente dell’Ente, sollecitato da una lettera del ministero dell’Ambiente per “l’ordinaria amministrazione” e scongiurare l’arrivo di un commissario, il comitato promotore del referendum per la rimodulazione dei confini del Parco va avanti per la sua strada. Centinaia di operatori turistici, albergatori, semplici cittadini, guide alpine e anche studenti universitari vogliono lanciare un messaggio politico ben preciso a chi ha governato, a loro dire in modo dannoso, negli ultimi anni il Parco del Gran Sasso. Una voglia di “scissione” , se così la si può definire, che ha origine nel progetto di rifacimento della seggiovia delle Fontari: progetto contestato dagli ambientalisti e bloccato dagli uffici tecnici del Parco nonostante il placet del consiglio direttivo e del presidente Arturo Diaconale, da pochi giorni nel cda Rai e in prorogatio fino al 20 agosto. Per il portavoce del comitato referendario, Luigi Faccia, ci sono tutti i requisiti per concludere l’iter burocratico nel giro di poche settimane e arrivare al referendum già a maggio .