Abruzzo, referendum trivelle domani in consiglio

 

Abruzzo, il referendum sulle trivelle sarà domani al vaglio del consiglio regionale d’Abruzzo. Sono undici le Regioni italiane che si sono unite per chiedere il referendum sulla modifica di alcune parti del decreto Sblocca-Italia.

Aveva iniziato la Basilicata, il 19 settembre, seguita da altri consigli regionali in diverse zone d’Italia. All’esame delle assemblee ci sono le delibere predisposte per dare seguito alla richiesta di referendum abrogativo relativamente ad alcune parti del Decreto Sblocca Italia, in particolare quelle che riguardano le trivellazioni in mare. Della questione si sono già occupati i Consigli regionali di Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria (22 settembre) e Sicilia (oggi). Domani toccherà ad Abruzzo e Campania, e il 25 a Veneto e Calabria. Per la Regione Liguria la seduta è in programma il 29 settembre. Le date sono state comunicate nella conferenza dei presidenti dei consigli regionali, durante la quale tutte le Regioni si sono confrontate sul tema.

“Rimanendo nel merito della questione – aveva detto Franco Iacop, coordinatore della conferenza e presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia – Non esistono divisioni politiche, ma esercizio del proprio ruolo istituzionale. Solo così si riesce a tenere insieme territori che hanno necessità diverse ma sono accomunati dalla volontà di contribuire ad esserci come anello importante del Paese”.

La seduta del Consiglio regionale Abruzzo di domani si aprirà con l’esame delle due richieste di referendum abrogativo di iniziativa regionale (ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione), su alcuni articoli del “Decreto Sviluppo” e dello “Sblocca Italia”. Secondo i dettami della Costituzione italiana, i quesiti da sottoporre alla consultazione referendaria devono essere depositati all’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione da almeno cinque Regioni. La consegna dovrà avvenire entro il 30 settembre. Le Regioni a favore del referendum contro le trivellazioni in mare concesse dalla normativa “sblocca Italia” sono undici, con la Basilicata capofila. La richiesta di cancellazione riguarda anche le norme che prevedono fino all’esproprio di terreni sotto i quali si ipotizza la presenza di petrolio. Tra i favorevoli al referendum, insieme a diverse associazioni ambientaliste, c’è anche Legambiente.
Intanto sull’ipotesi Referendum da registrare anche l’intervento della Senatrice del Pd Stefania Pezzopane, in merito all’ok del Consiglio Regionale della Sardegna al pronunciamento popolare su un tema così delicato:

“Come Senatrice eletta in Abruzzo conosco bene la questione e sono contraria da sempre, alla piattaforma di Ombrina Mare ma non solo. Tanto é vero che ho sostenuto la battaglia che abbiamo combattuto in Senato, facendo approvare lo scorso anno una mozione che chiedeva al governo una moratoria delle trivellazioni in Adriatico. E ho anche firmato a sostegno dei referendum. Ieri – prosegue la Pezzopane – ha preso posizione anche il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, che ha giustamente sostenuto quanto investire sulla ricerca e il prelievo di petrolio nei nostri mari sia ora particolarmente assurdo, visto che il cosiddetto “oro nero” é in picchiata. Oggi gli Ecodem, per bocca di Alessandro Bratti, chiedono di fermare le trivellazioni. E’ molto più lungimirante e conveniente tutelare le nostre coste e la qualità dell’ambiente marino, a tutto vantaggio della salute, della pesca, del turismo. Per questo mi auguro – ha concluso la Pezzopane – che il governo intervenga presto con una decisione coraggiosa e saggia di stop alle trivellazioni.”