Premio Borsellino a Pignatone e Spataro

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“Mafia e corruzione in Italia si intrecciano”, lo ha detto il procuratore della Repubblica di Roma Pignatone al quale è stato consegnato il Premio Borsellino, a Pescara.

A margine del 21 esimo Premio Borsellino che ha avuto il suo momento clou in Comune, a Pescara, Pignatone ha affermato:

“In Italia esistono tanti canali della criminalità, ma mafia e corruzione sono il primo problema: si tratta di fenomeni distinti, che a volte si intrecciano. Come diceva Falcone – ha rimarcato Pignatone – non esiste nulla che sia invincibile. Nel Nord Italia ci sono ancora, a tutti gli effetti, la mafia e la ‘ndrangheta e mi meraviglia che ci siano ancora figure importanti che si meravigliano di questo.”

Con Pignatone, che è stato premiato per il suo impegno contro la criminalità organizzata, il riconoscimento è andato anche al procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro, in particolare in particolare per la sua attività presso la Direzione distrettuale antimafia di Milano.

“Solo nella prima metà degli anni Novanta, a Milano, ci furono duemila condanne e 90 ergastoli per mafia – ha ricordato Spataro – Sono stati compiuti grandi passi in avanti, ma c’è ancora molto da fare”. Poi Spataro ha idealmente rivolto un messaggio agli studenti in platea. “Il messaggio da lanciare è quello del dovere come regola di vita. Sono onorato di ricevere questo premio, ma è importante che tutti sappiano che siamo persone che fanno il loro normalissimo dovere, non eroi e non un’elite”.

Tra i presenti anche Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, scampato nel maggio scorso a un attentato mafioso. Oggi è a Pescara per il 21 esimo Premio Borsellino nel corso del quale è stato premiato per il suo impegno contro la criminalità organizzata.

“Più siamo e più forti siamo. Quando la strada della legalità e dello sviluppo è affollata io credo che ci siano anche difficoltà per chi vuole fermare questo percorso, magari con attentati e intimidazioni”. . Rispondendo ai cronisti, Antoci ha sottolineato che “la paura è un sentimento che gli uomini hanno, io sono un uomo e appare chiaro che fa parte della mia vita, della mia cultura, del mio essere uomo. Il concetto di paura deve necessariamente essere legato a quello di coraggio. La paura fa parte di noi e deve far parte di un percorso che però, vedendo insieme tanta gente, si trasforma in coraggio”. “C’è tanto da fare – ha aggiunto – bisogna alzare sempre più il tiro e mai indietreggiare con la presenza dello Stato nei territori. Davanti a certi reati lo Stato deve essere forte e integerrimo, non deve indietreggiare di un passo, perché nel momento in cui questo avviene, la gente, nell’ambito di questo percorso, comincia a vacillare nelle proprie scelte di vita. Mi aspetto che il decreto Giustizia non venga applicato tout court in Sicilia, perché in zone a forte presenza mafiosa ci andrebbero a perdere dei magistrati, come a Barcellona Pozzo di Gotto – ha concluso – che si ritroverebbe con un magistrato in meno”.

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