Sanità Abruzzo, Febbo: “Buco da 100 milioni”

Secondo il consigliere regionale FI Mauro Febbo è aumentato il buco nella sanità abruzzese: “Sono più di 100 milioni la perdita stimata”. Il consigliere del Pd D’Alessandro replica: “Affermazioni prive di fondamento”.

“Aumenta in maniera spropositata il buco nella sanità abruzzese. Sono più di 100 milioni di euro la perdita stimata dai resoconti dei bilanci delle quattro ASL regionali al 31.12.2017 mentre la spesa farmaceutica sfora i tetti stabiliti di oltre 38,3 milioni di euro. Questi dati allarmanti e la grave assenza dell’assessore alle Politiche sanitarie all’ultimo Tavolo di Monitoraggio tenutosi il 30 novembre scorso, peraltro non accompagnato dai consueti roboanti e rassicuranti comunicati dal tenore ‘va tutto bene in Sanità’ e la stessa “secretazione” del verbale dell’incontro richiesta con due mie istanze ufficiali, certificano il disastro nella Sanità abruzzese (e non solo !!!) dopo quaranta mesi di Governo D’Alfonso, Paolucci & C”. Questa la denuncia sollevata dal Presidente della commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo durante una conferenza stampa tenutasi a Pescara.

“Le mie denuncie, che qualcuno può liquidare come di parte – ha spiegato Febbo – sono documentate dalla relazione inviata dall’Advisor Kpmg che si concentra sui risultati al 30.O9.2017 e proietta l’esito finale in una perdita di circa 52.691.000 di euro, di cui circa 8/10 milioni di euro della Asl di Pescara, circa 12/14 milioni di euro dell’Asl di L’Aquila e oltre 24/26 milioni di euro dell’Asl di Chieti. Questo pessimo risultato va aldilà di quello programmato di 23.665.000 euro che il Tavolo già conosceva e su cui aveva già espresso rimostranze e chiesto correttivi. Il dato era già conosciuto dai vertici regionali che sono intervenuti con la DGR 571 del 11.10.2017 in cui si ordinava ai “Direttori Generali di predisporre una relazione dettagliata sull’andamento dei costi (…) e le ulteriori azioni di razionalizzazione da attuare nel corso dell’esercizio 2017” – testuale – cioè nei restanti due mesi e mezzo !!! In parole povere, si ordinava alle Asl i tagliare (azzerare a dire il vero) i fondi e, soprattutto, i servizi e le prestazioni nei confronti dei cittadini: niente più medicine (il richiedere ai pazienti di portarle da casa già era una consuetudine, ma ora si tratta di quelle oncologiche ecc…) protesi, rinvio di interventi ecc.. Nessuna analisi, invece, viene effettuata sulle eventuali cause né un contestuale esame della spesa extra sanitaria e magari sulla decisione di tagliare spese di prestazioni servizi (non squisitamente sanitarie), amministrative, consulenze ecc.
“A questa catastrofica situazione – spiega Febbo – si aggiunge la “mazzata” della perizia del Consulente Tecnico d’Ufficio del Giudice Istruttore che su ricorso della curatela fallimentare ex Villa Pini riconosce alla stessa la somma di ben 42.603.236 euro da pagare a carico della Asl di Chieti, per “degenza ospedaliera regionale ed extra regionale di specialistica ambulatoriale , riabilitazione ex art. 26 e Psico- riabilitative” – testuale. Sono anni che la Asl di Chieti, ed io lo denuncio da tempo, chiude con perdite “ridotte” (comunque sempre perdite, mentre fino al 31.12.2014 aveva chiuso con un minimo di utili) per la iscrizione tra i ricavi di “sopravvenienze attive” milionarie derivanti da recuperi nei confronti della curatela fallimentare ex Villa Pini. Rispetto alle mie denuncie, chiaramente replicate con la solita arroganza e il solito pressappochismo, ora arriva la certificazione di quanto temuto. Ma il disastro non finisce qui: su altre due questioni il Tavolo Ministeriale di Monitoraggio è fortemente critico. La spesa farmaceutica dell’Abruzzo, in base ai dati Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) “monitoraggio del 20.10.2017 (base dati gennaio-giugno2017) risulta complessivamente maggiore dei tetti per 38,3 milioni di euro e sulla base di tali dati la Regione Abruzzo si classifica dal 3 al 6 posto tra le Regioni peggiori rispetto ai tetti previsti dalla norma (L. 232/2016)” – testuale -. Bisognerebbe chiedere a D’Alfonso, Paolucci & C. se risulta loro che la richiesta ai ricoverati nei reparti ed in alcuni casi addirittura nei Pronto Soccorso di portare le medicine da casa rientra nella normalità ed è compresa tra le dichiarazioni tipo “va tutto bene in Sanità in Abruzzo”. Ciò che mi e ci preoccupa è che si chiede ai Direttori Generali ed ai responsabili dei dipartimenti e dei reparti di tagliare. Ma i tagli riguardano solo ed esclusivamente le prestazioni sanitarie e non tutto il resto. Ultimo caso esclamante è la delibera n. 696 del 31 luglio 2017 in cui la Asl di Pescara, capofila, affida alla Kpmg (già affidatario di Advisor per la nostra regione) in raggruppamento con altri soggetti tra cui l’Università Bocconi, “servizi professionali di supporto al percorso attuativo finalizzato al raggiungimento degli standard organizzativi contabili e procedurali necessari a garantire la verificabilità dei bilanci Asl” per il triennio 2017-2019 alla modica cifra di euro 7.857.684 (base di gara 12.000.000). Il secondo classificato, Ernest Young – Luiss, aveva fatto offerta economica più bassa ma il punteggio tecnico ha prevalso. Si pagheranno tariffe giornaliere a tecnici: al responsabile di progetto euro 731, al project manager euro 600, al consulente senior euro 480, a quello junior euro 272. Preferisco non commentare per carità di Dio. Peraltro mi giunge notizia che la Kpmg stia partecipando ai tavoli tecnici per la definizione del Project financing dell’Ospedale di Chieti. A quale titolo e quale prezzo, sarà oggetto di indagine. Altra nota dolente è relativa “all’indicatore di Tempestività dei Pagamenti” che il Tavolo Ministeriale tiene costantemente attenzionato. Nessuna delle quattro Asl regionali è in regola con il corretto ed ordinato pagamento dei fornitori, così come previsto dalle normative comunitarie. Sono in attesa di capire cosa è accaduto a Roma nella riunione del 30 novembre ma soprattutto di comprendere come e quando si deciderà di intervenire seriamente per incidere con una vera inversione di rotta su tutta la politica sanitaria regionale. Un fallimento – conclude Febbo – in termini economici ma ancor più grave in termini di servizi e prestazioni offerti ai cittadini e ai malati”.

A Mauro Febbo ha subito replicato Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale. Ecco la nota a sua firma:

“Il consigliere Mauro Febbo ha perso un’altra occasione per non apparire strumentale e propagandistico. Siamo poi davvero all’inimmaginabile quando accusa l’assessore Paolucci di non essere stato presente alla riunione del tavolo di Monitoraggio, cui non ha potuto partecipare per serie ragioni familiari che erano state comunicate in precedenza. Ci auguriamo che questo scivolone di pessimo gusto sia dovuto solo ad una cattiva informazione di Febbo. Ciò premesso, le sue affermazioni continuano ad essere prive di fondamento e frutto di una rappresentazione non veritiera della realtà. Non corrisponde assolutamente al vero che ci siano 100 milioni di euro di debito delle Asl al 31.12.2017, ed invece corrisponde al vero che l’obiettivo è stare pienamente dentro gli obiettivi del Programma Operativo cui la Regione deve attenersi. Il consigliere Febbo nella sua foga polemica giunge al punto di attribuire all’attuale Giunta decisioni che risalgono alla Giunta Chiodi. Il contenzioso con la clinica “Villa Pini” risale alla Giunta di centrodestra, così come risale alla stessa Giunta la scelta di affidamento all’esterno della consulenza per la contabilità analitica delle Asl, che l’attuale governo regionale si è limitata a confermare, in considerazione dei risultati positivi che ha prodotto in altre situazioni. Ma è evidente che siamo solo di fronte al tentativo, nell’approssimarsi della campagna elettorale, di gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica, cercando di offuscare i risultati positivi di questi primi 40 mesi di governo regionale anche in campo sanitario. Solo pochi giorni fa il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha festeggiato l’uscita dal commissariamento della sua Regione. Ebbene l’Abruzzo è stata la prima regione a conseguire questo risultato e ad approvare il Piano di Riqualificazione. Questo vuol dire aver restituito alla nostra regione lo scettro delle decisioni in campo sanitario, seppure nell’ambito di obiettivi nazionali che hanno valore per tutti, a partire dal potenziamento della medicina territoriale e dagli obiettivi di specializzazione ed eccellenza per i presidi ospedalieri, che non dobbiamo dimenticare se non vogliamo tornare alla condizione di prima e vogliamo garantire standard elevati ai nostri concittadini rispetto alla difesa del diritto alla salute. Noi operiamo in questa direzione, avendo a cuore la salute degli abruzzesi e non le polemiche delle chiacchiere, come testimonia l’ulteriore miglioramento del punteggio LEA –  giunto a quota 188 – che Febbo dovrebbe conoscere e invece finge di ignorare. Per gli abruzzesi vuol dire realtà molto concrete: il potenziamento della prevenzione oncologica; la riduzione dei tempi di intervento per i femori; il miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro; la riduzione e il quasi dimezzamento del numero dei parti cesarei. Tutti obiettivi conseguiti sotto questa Giunta e che la Giunta Chiodi vedeva solo da lontano con il binocolo. E forse questo è il vero motivo di queste polemiche dal sapore elettoralistico”.

 

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