D’Alfonso traccia bilancio attività di governo per il 2015

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Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, traccia il bilancio dell’attività di governo per il 2015 e anticipa gli obiettivi fissati per il 2016.

“Un intenso lavoro durante il quale sono state reperite risorse, attivate procedure e sottoscritti 1000 contratti giuridicamente vincolanti per aprire i cantieri”, è quanto detto dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, tracciando un bilancio dell’attività di governo in Abruzzo nel 2015 e anticipando gli obiettivi per il 2016. D’Alfonso ha snocciolato dati e numeri e quanto è “costato” agli Abruzzesi per i rimborsi, persino le ore di lavoro: “7600 ore di lavoro, 172 mila chilometri percorsi, 36 infrazioni di cui 12 già pagate personalmente e 14 in corso di corresponsione, 1.579 delibere di giunta approvate, 197 decreti presidenziali e 205 atti commissariali, 3 lettere anonime e tre denunce formalmente sottoscritte”. Il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, ha archiviato il 2015 con obiettivi raggiunti che a suo dire “danno credibilità all’azione di governo” sia per la qualità e sia per l’ampia portata. In una sala gremita di stampa, assessori e consiglieri, D’Alfonso ha ripercorso i grandi temi affrontati partendo da un quadro economico in ripresa, come da fonte Istat. Il Pil cresce di +0,3 per cento, diminuiscono di 9 mila unità i disoccupati, cresce del + 3,4 per cento la produzione industriale e di un + 3,5 per cento l’export. Condizioni economiche favorevoli al cui conseguimento ha contribuito anche l’attività della Giunta regionale grazie agli 11 milioni per il microcredito, il programma Garanzia Giovani che in Abruzzo fa transitare dal tirocinio al lavoro 1 giovane su 3. E ancora i 100 milioni di euro investiti sui contratti di sviluppo locale. Quindi ha ricordato i fondi destinati ai trasporti (460 milioni di euro) per migliorare il ferro, i porti, la viabilità, la logistica; i 450 milioni di euro per l’ambiente destinati a bonificare il sito di Bussi, le discariche a migliorare il sistema idrico e quello dei depuratori; i 227 milioni di euro per il turismo e la cultura che finanzieranno piste ciclabili a pettine, la rifunzionalizzazione di 22 gioielli dimenticati come l’Abbazia celestiniana di Sulmona, il Centro turistico integrato di Castel di Sangro, l’ex manicomio di Teramo. I 208 milioni di euro per il più vasto intervento contro il dissesto idrogeologico mai attuato prima su tutto il territorio regionale, gli 89 milioni di euro per il recupero del patrimonio edilizio, i circa 200 milioni per coprire con la banda larga l’intera regione.

Ma è su quella che D’Alfonso ha ribattezzato “ombrina di ferro” che si “esprime il protagonismo abruzzese”, all’interno di una collaborazione extra regionale che ha portato al blocco della progetto e alla norma che fissa il divieto di escavazione entro le 12 miglia dalla costa. “Il 51 per cento del risultato – ha spiegato meglio D’Alfonso –  va ai cittadini liberi dei comitati ma un 49 per cento pesante va ascritto al lavoro che abbiamo messo in campo”. Il Presidente ha ricordato, date alla mano, prima l’iniziativa referendaria attivata con “l’intento di stimolare il Governo a rivedere la norma e non già per aprire conflitti”. Una volta createsi le condizioni, ha aggiunto, il 10 dicembre a Palazzo Chigi arriva l’accordo “satisfattivo, ossia che fa cessare la materia del contendere”. Ma per il Presidente si tratta solo di un punto di inizio per la difesa ad oltranza del mare Adriatico. Dal 20 gennaio si “riprenderà l’iniziativa per salvare il mito dell’Adriatico, ovvero le Isole Tremite e perché si estenda ulteriormente il limite di perforazione”. Una iniziativa che non tralascerà sul piano della moral suasion la sponda balcanica.

Per le attività del 2016 il presidente ha anticipato qualche idea. Anzitutto la messa a punto di “pacchetti di investimento” per facilitare l’attrattiva imprenditoriale. Si pensa di offrire terreni gratis agli imprenditori che creano nuova occupazione e perfino recuperare quei terreni offerti per le stesse ragioni ma non utilizzati. “Daremo procedure a zero tempi e pacchetti formativi e tecnologici. Si chiama Toronto invest, la formula l’hanno sperimentata anche in Piemonte ma non ci sono riusciti. Lo facciamo qui in Abruzzo e lo diciamo al Piemonte, alle grandi realta’ economiche del nord e a Bruxelles”. Altro punto programmatico e’ un “complessivo piano delle acque per uscire dall’emergenza idrica che attanaglia cittadini ed imprese” ed una crociata contro le fosse imhoff.