Referendum No Triv. Avanti tutta, ma l’Emilia…

E’ il Referendum No Triv tra le popolazioni l’arma più potente che le sei regioni del medio e basso Adriatico e dello Ionio sono pronte ad estrarre nei confronti dello Sblocca Italia, dopo aver concordato a Termoli la strategia condivisa per arginare la corsa al petrolio offshore.

 

Ma se da un lato al pool delle sei regioni No Triv potrebbe presto aggiungersi (sul Tirreno) la Campania del neo Governatore Vincenzo De Luca, dall’altro c’è la posizione dell’Emilia Romagna, ieri assente a Termoli ad indebolire il fronte.

«L’Emilia-Romagna non si è mai sfilata da alcun confronto, anzi saremmo ben contenti di farlo, nelle sedi giuste, ci piacerebbe farlo al tavolo delle Regioni, e poi nel dialogo con il Governo», ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente Paola Gazzolo, secondo la quale come mai si sia arrivati alla riunione di Termoli «va chiesto alle sei Regioni» che si sono incontrate lì.
L’assessore Gazzolo ha peraltro sostenuto la ripresa delle nuove concessioni decisa nei giorni scorsi per le trivelle a terra (disciplinate diversamente da quelle in mare), sospese in Emilia-Romagna all’indomani del terremoto del 2012 ed auspicato la stessa intesa con il Mise per il mare, affrontando in questo contesto condiviso nodi come il rispetto delle 12 miglia.

Di tutt’altra posizione la Regione Puglia.

Per il Governatore Michele Emiliano “Va assolutamente scongiurato il proliferare della pratica dell’ Air Gun in mare, per estrarre peraltro petrolio di pessima qualità. Ci presenteremo agguerriti al confronto con il Governo per chiedere le modifiche necessarie allo Sblocca Italia. Onestamente devo dire che la colpa più che a Renzi va ricondotta al Governo Monti. Ma tocca a Renzi ascoltarci e rendersi disponibile a una intesa. Altrimenti? Si parte con la raccolta firme per abrogare lo Sblocca Italia.”

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.