Polizia locale Abruzzo: Febbo “Non c’è bisogno di nuove leggi”

febbo-mauro

Polizia locale Abruzzo: Febbo “Non c’è bisogno di nuove leggi”. Il Presidente della Commissione di Vigilanza della Regione chiede che si dia attuazione alla Legge esistente convocando il Comitato tecnico.

Il presidente Mauro Febbo ricordando che ieri si sono svolti gli  Stati generali della polizia locale, convocati dall’ex comandante Ernesto Grippo, ora capo di gabinetto del Presidente Luciano  D’Alfonso, interviene sulla paventata possibilità di predisporre una nuova legge regionale e dei suoi regolamenti attuativi.

“ Di nuove leggi la nostra regione non ne ha bisogno – afferma Febbo –  visto che ne esiste già  una, la n. 42/2013, approvata dal Consiglio Regionale. Non sono necessarie rivisitazioni quindi ,anche alla luce del parere espresso dal servizio legislativo della Regione, che ha demolito l’Art. 62 (originario) della Legge Omnibus che detta i principi in materia di Polizia Locale contrari al diritto vigente. La legge n. 65/86, infatti, non consente assolutamente alle Regioni di legiferare sulla creazione di un Corpo Unico di Polizia Regionale che miri ad accorpare il Corpo di Polizia Municipale/Locale;  questa Polizia non è presente in nessuna norma, in contrasto insanabile con la Costituzione della Repubblica Italiana. Inoltre, la Regione non può assolutamente assurgere a funzioni di controllo delle Polizie Municipali, Forze di Polizia autonome sia amministrativamente che finanziariamente rispetto allo stesso Comune di appartenenza. Riguardo al punto in cui la Delibera di Giunta n. 582 del 06/07/2015 ‘Politiche per la sicurezza e Polizia Locale – semplificazione, razionalizzazione e coordinamento della normativa regionale vigente in materia di Polizia Locale – Costituzione  di una Polizia Regionale – Conferimento incarico di costituzione Gruppo di Lavoro’ conferisce incarico per la costituzione di un gruppo di lavoro, è bene ricordare che questo gruppo è previsto dalla vigente L.R. 42/2013 che attende di essere pienamente attuata. La convocazione del Comitato Consultivo di cui all’art. 25 (Comitato consultivo per la polizia locale) della citata legge, è quanto urgente configurandosi a oggi una grave omissione e negligenza da parte del Dirigente incaricato alla Polizia Locale e Legalità, il quale non ha mai dato ottemperanza alle prescrizioni di legge. Comitato Consultivo Regionale, costituito dalle eccellenze territoriali di appartenenti alla Polizia Municipale d’Abruzzo, chiamati per legge a svolgere gratuitamente siffatta attività professionale. Per di più con la dedizione e la conoscenza relativa alle problematiche che quotidianamente vivono sul  territorio, e su cui, di fatto, hanno capillare esperienza.E’ da ritenersi illegittimo ed arbitrario- prosegue Febbo –  il parere di legittimità e di regolarità tecnica espresso dal Dirigente del Dipartimento (peraltro non competente nel merito vista la materia), palesemente in contrasto con la Legge nazionale e con la vigente Giurisprudenza, poiché “permette” alla Giunta Regionale di esercitare attività e competenze opposte e contrarie a quanto legiferato dal Consiglio Regionale. Al fine di ricondurre tutte le attività in materia di Polizia Locale nell’alveo della piena legalità, è stato chiesto alla Regione di dare finalmente attuazione piena e completa alla legge n.42/2013 che resta inapplicata mentre sarebbe intenzione della Giunta modificare i criteri di accesso al ruolo di Comandante limitandone le prerogative. Tutto ciò senza che il Comitato tecnico previsto dalla Legge regionale come strumento qualificato per supportare l’attività della Giunta e del Consiglio sia stato insediato. Per questo nei giorni scorsi – conclude Febbo – sindacati, comandanti dei capoluoghi e di importanti centri abruzzesi, associazioni di categoria che sono componenti del comitato consultivo per la Polizia locale, a due anni dall’entrata in vigore della Legge hanno sottoscritto un documento per chiedere che si arrivi alla loro convocazione fissando una riunione entro la fine dell’anno in corso. Si attende un intervento fattivo e concreto da parte del presidente D’Alfonso, magari sensibilizzato dal suo collaboratore Grippo”.