Il medico eroe: “A Lampedusa il Nobel assieme a Lesbo”

Premiato a Pescara Pietro Bartolo, il medico eroe di Lampedusa protagonista di Fuocoammare: “Il Nobel per la Pace lo meritano gli italiani ed i greci”.

“Anche un film può cambiare la politica”. Lo dice Pietro Bartolo, il medico eroe che a Lampedusa ha raccolto per 25 anni i cadaveri delle vittime delle stragi del Mediterraneo, e che nell’isola è tornato l’altra settimana con l’Orso d’Oro della Berlinale vinto con Fuocoammare di Gianfranco Rosi, il film sulla tragedia ma anche sulla solidarietà, che ha fatto commuovere e liberare dai pregiudizi non soltanto i cittadini, ma anche i governanti dell’ Europa dei muri, dei fili spinati, dei recinti. Pietro Bartolo ha raccontato le sue mille storie davanti agli studenti di Pescara, ricevendo il 10° premio Nazionale “Si all’uomo” della onlus Domenico Allegrino assieme a Silvio Calò, il professore di storia e filosofia al liceo di Treviso che ha accolto nella sua villetta di Povegliano sei immigrati sbarcati in Sicilia, e Mousa Shala, il giovane egiziano clandestino che nel gennaio scorso ha sventato una rapina in un supermercato di Torino immobilizzando e consegnando ai carabinieri un rapinatore armato di coltello.

Rispetto alla proposta di assegnare il Premio Nobel per la Pace alla comunità di Lesbo Bartolo commenta: “E’ giusto. E sarebbe bello che fosse assegnato contemporaneamente a questi straordinari cittadini greci e a noi di Lampedusa, che da 25 anni siamo sul fronte dell’accoglienza e della solidarietà. Ma quello che spero è che anche attraverso Fuocoammare si possano risvegliare le coscienze di chi, in Europa e nel mondo intero, deve mettere fine al problema risolvendo i problemi nei paesi d’origine. Così accontenterebbero” -conclude Bartolo- “anche quelli che in Europa non li vogliono”.

Il servizio del Tg8:

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.