Omicidio Pavone: 30 anni di carcere per Gagliardi

Omicidio Pavone: trent’anni di carcere per Vincenzo Gagliardi, riconosciuto colpevole di omicidio volontario premeditato. Il giudice del tribunale di Pescara, Mariacarla Sacco, ha accolto la richiesta formulata dal pm Annarita Mantini ed ha condannato in primo grado al massimo della pena, nell’ambito del rito abbreviato, il dipendente delle Poste accusato di avere ucciso l’ingegnere informatico Carlo Pavone.

La vittima la sera del 30 ottobre venne colpita con un colpo di fucile  alla testa, mentre si trovava sotto la sua abitazione a Montesilvano. L’uomo morì in ospedale, dopo un anno di coma, il 16 novembre del 2014. Un omicidio passionale, il movente , secondo l’accusa, sarebbe da ricercare nella relazione sentimentale intercorsa tra Gagliardi e la moglie di Pavone.  L’imputato era presente in aula al momento della lettura della sentenza . Al posto del Pm Mantini c’era il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini che ha detto :

“Siamo molto addolorati per questa vicenda ma soddisfatti del nostro lavoro. Il giudizio dibattimentale dimostra che è stato svolto un ottimo lavoro investigativo, condotto con grandissimo scrupolo”. L’avvocato Massimo Galasso, legale dei fratelli e della madre di Carlo Pavone ,  ha riferito che  “ I familiari sono soddisfatti ; è stata provata la piena responsabilità di Gagliardi e la famiglia Pavone ha avuto giustizia, quella che voleva. È stato premiato il lavoro d’indagine ed è emerso un quadro probatorio chiaro. Nei familiari della vittima c’è soddisfazione ma anche profonda tristezza – ha concluso l’avvocato Galasso – perché queste vicende processuali sono piuttosto pesanti, anche a livello di sentimenti”.

“Aspettiamo le motivazioni di una sentenza che rispettiamo ma che non ci soddisfa per niente – ha detto , invece,  Renzo Colantonio, legale di Vincenzo Gagliardi. Non siamo soddisfatti, in particolare, sotto il profilo della colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio. Per Gagliardi è stata una bella botta – ha proseguito l’avvocato Colantonio – ma c’è ancora speranza, siamo solo in primo grado e le cronache dimostrano che molto spesso l’esito delle sentenze viene ribaltato nei successivi gradi di giudizio”.

Per le motivazioni occorrerà attendere i prossimi 90 giorni.