Discarica di Bussi: allerta inquinamento

discarica-Bussidiscarica-Bussi

Discarica di Bussi: allerta inquinamento. La mega-discarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. È quanto emergerebbe dalla relazione dell’Arta. Con una lettera al sindaco di Bussi il ministero dell’Ambiente chiarisce tempi e responsabilità della bonifica.

La relazione, resa pubblica dal Forum H2o, riporta dati di campionatura delle acque di falda superficiale e profonda con prelievi tra l’ottobre e il dicembre 2015, e ha preso in esame le tre aree fondamentali del sito: le due discariche 2A e 2B situate a monte dell’impianto industriale, l’area della fabbrica ancora in funzione e la discarica Tre Monti esterna al sito, quella a fianco del fiume Pescara. “Le acque a valle della discarica 2B sono risultate essere le più contaminate tra i vari settori delle aree esterne a monte”, si legge nella relazione. Nelle due discariche 2A/2B per il tetracloroetilene si tratta di dati 160 volte superiori ai limiti di legge, così come l’esacloroetano i limiti superati sono 114 volte. Per quanto riguarda lo stabilimento industriale, i campioni sono stati prelevati a valle della barriera idraulica posta per tentare di fermare l’inquinamento e nei pozzi spia, struttura che dovrebbe emungere l’acqua di falda, depurarla con carboni attivi e rimetterla in circolo pulita. In questo caso il cloruro di vinile, sostanza ritenuta un potente cancerogeno, arriva a 10 volte il consentito dalla legge: nella falda profonda si arriva a 40 volte oltre i limiti. Nel piezometro P62, che è quello a valle dello stabilimento “sono stati riscontrati diversi superamenti per solventi clorurati con notevole incremento delle concentrazioni”, spiega la relazione Arta. L’esacloroetano arriva ad essere concentrato 2372 volte più del consentito dalla legge. Di rilievo anche i dati relativi ai prelievi sulla Tre Monti, discarica che è stata ‘protetta’ con una palancatura esterna che dovrebbe evitare percolamenti di sostanze tossiche verso la falda sotterranea profonda e che presenta il dicloroetilene 4520 volte oltre la soglia e l’esacloroetano 149 volte di più del limite consentito. La relazione Arta anche solo per le discariche A2/B2 raccomanda “le attività di messa in sicurezza e le misure di prevenzione nel minor tempo possibile”.

LE RASSICURAZIONI MINISTERIALI

Con una lettera al sindaco del Comune di Bussi Salvatore La Gatta, il ministero dell’Ambiente chiarisce tempi e responsabilità della bonifica del sito di Bussi sul Tirino. Il documento, firmato dal direttore generale per la Salvaguardia del territorio e delle acque del ministero Gaia Checcucci, fa seguito alla richiesta del Sindaco e del Commissario delegato Adriano Goio, indirizzata al Dicastero, di chiedere a Solvay di interrompere le opere di copertura (“capping”) delle aree esterne. “La sospensione, anche solo parziale, del ‘capping’ – spiega la Direzione del Ministero – è giustificabile solo se l’effettiva esecuzione degli interventi di bonifica è prossima all’avvio: al riguardo le tempistiche comunicate dal Commissario delegato, note anche al sindaco, prevedono l’esecuzione dei lavori in 810 giorni (più di due anni) a far data dall’aggiudicazione della gara, la cui fase di ultimazione procedurale è prevista entro giugno 2016. Tale previsione – osserva il ministero – non ci consente di sospendere gli obblighi di prevenzione in atto”. La direzione del ministero cita poi la nota trasmessa da ARTA Abruzzo, a tal  proposito il Ministero precisa che: “Qualora Solvay, alla luce della richiesta di sospensione del capping avanzata dal Commissario e dal Comune nonché del recente parere di ARTA Abruzzo, ritenesse di avanzare una nuova proposta progettuale di misure di prevenzione, sarà cura di tutti gli Enti e Istituzioni coinvolte nel procedimento e partecipanti alla Conferenza di Servizi del SIN valutarne l’idoneità”. Il ministero chiarisce inoltre che sulla paventata realizzazione di una discarica di servizio per la bonifica delle aree esterne, già il commissario delegato, nel novembre 2014, ha superato questa possibilità trasmettendo un progetto preliminare di “rimozione di tutti i rifiuti e dell’eventuale terreno misto a rifiuti presente nei 5,5 ettari di aree estere, con il trasporto in discariche autorizzate per lo smaltimento di tutto il materiale scavato, per un costo di 38 milioni e 532 mila euro”.