Referendum Trivelle: la Società Civile scrive a Mattarella

Roma, 03-02-2015. Quirinale Cerimonia di insediamento del neoeletto Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Referendum Trivelle: la Società Civile scrive al Presidente Mattarella. “Chiedere al Governo di rivedere il provvedimento in favore di un election day che accorpi il voto alla prossima tornata elettorale  delle amministrative e non firmare la deliberazione governativa che  istituisce la data del 17 aprile per il voto referendario”.

E’ la  richiesta rivolta a Sergio Mattarella da associazioni ambientaliste,  sociali e studentesche, organizzazioni sindacali, comitati e testate  giornalistiche che hanno scritto oggi al presidente della Repubblica in  merito alla data fissata ieri dal Governo per il referendum popolare  sulle trivellazioni in mare.
Nella lettera inviata al presidente Mattarella, i firmatari ribadiscono  le ragioni a sostegno della necessità di un /election day/che accorpi il  referendum alle prossime elezioni amministrative: una “richiesta  avanzata da Regioni, parlamentari, associazioni ambientaliste, comitati  e rappresentanti della società civile” e ignorata dal Governo,  nonostante fosse “un’opzione perseguibile in tempi brevi, adottando lo  strumento del decreto legge”. “Il motivo primo per cui avanziamo tale richiesta – si legge nella  lettera al presidente della Repubblica – è per favorire e salvaguardare  la democrazia e la partecipazione, che dovrebbero caratterizzare un voto  popolare, quale quello di un referendum abrogativo, per di più su un  tema così importante che riguarda la tutela dell’ambiente e lo sviluppo  energetico ed economico del nostro Paese. Stabilire di andare al voto in  tempi così ravvicinati di certo non permetterebbe di condurre un’adeguata  campagna referendaria e di conseguenza non consentirebbe che gli  elettori siano adeguatamente informati sul referendum”. “La decisione del Governo, inoltre, non tiene conto di ulteriori due  elementi oggettivamente importanti” prosegue l’appello a Sergio  Mattarella. Il primo è di carattere economico: “l’/election day/ è  fondamentale al fine di risparmiare una cifra stimabile tra i 350 e i  400 milioni di euro, un quantitativo di denaro pubblico enorme, che  potrebbe altrimenti essere impiegato per meglio garantire diritti  essenziali alla popolazione italiana”. Il secondo riguarda l’iter dei  quesiti referendari. “Dinanzi alla Corte Costituzionale pendono  conflitti di attribuzione per altri due quesiti sullo stesso argomento  su cui, qualora il giudizio della Corte dovesse essere positivo, si  potrebbe votare in un’unica data. Diversamente vorrebbe dire che nel  2016 gli italiani potrebbero essere chiamati alle urne fino a cinque  volte: per i due referendum abrogativi sulla questione trivellazioni (ad  aprile sul primo quesito ed eventualmente, in seguito alla decisione  della Corte Costituzionale, per gli altri due), per le elezioni  amministrative (primo turno e ballottaggio) e in autunno per  il referendum costituzionale. Una simile concentrazione di tornate  elettorali determinerebbe un notevole dispendio di risorse, ingenerando,  peraltro confusione negli elettori”.