Nuova Carichieti: Forum Banche Territorio

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Si è tenuta a Chieti la seconda tappa del Forum Le Banche del Territorio, organizzato da Nuova Carichieti, per approfondire il loro ruolo nel creare valore sociale ed economico per la comunità di riferimento.

Un’occasione di dialogo tra la banca, le istituzioni e le imprese locali, insieme a rappresentanti delle università, per individuare gli strumenti più efficaci per fare sistema e attivare partnership virtuose e funzionali in uno scenario sempre più competitivo. In questo quadro è emersa la necessità, sempre più attuale, di fare sistema tra pubblico e privato e l’importanza delle istituzioni bancarie nel fornire sostegno alla crescita del tessuto sociale e industriale locale al fine di garantire un futuro sostenibile per il territorio.

La prima tavola rotonda, intitolata “Guardare oltre il territorio per creare un tessuto economico e sociale sostenibile”, ha visto la partecipazione, oltre che dell’Amministratore Delegato Salvatore Immordino, di Giuseppe Mauro, Professore di Politica Economica all’Università G. D’Annunzio di Pescara, di Gennaro Strever, Presidente di Strever SpA, di Gennaro Zecca, Presidente Confindustria Chieti-Pescara.
L’ambiente economico e finanziario nazionale e globale è profondamente mutato nel corso degli ultimi anni e sia gli istituti di credito che le istituzioni devono sapersi adeguare al cambiamento per continuare ad offrire a famiglie e imprese gli strumenti per aumentare la propensione al risparmio e tornare a creare occupazione, come ha spiegato l’AD di Nuova Carichieti Salvatore Immordino:

“Dobbiamo immaginare un percorso di cambiamento e trasformazione che porti vantaggi al nostro territorio. L’innovazione non deve essere nemica del localismo, ma leva per migliorare e rendere più efficiente la presenza delle Banche sul territorio nonché radicare ancora di più i propri valori. Il modello distributivo deve trasformarsi in modello di servizio, per offrire ai clienti un’attività di consulenza in linea con le esigenze del mercato. Le banche devono essere in grado di aumentare la marginalità dei servizi e ridurre i costi di gestione mantenendo l’eccellenza come denominatore comune. Una trasformazione di crescita che vada nella direzione della semplificazione e della digitalizzazione deve però essere accompagnata da uno sforzo del sistema Paese che deve essere in grado di fornire gli strumenti adatti per vincere la sfida con il cambiamento. Solo così possiamo davvero fare la differenza.”

 

A seguire le parole del Professore Giuseppe Mauro, che ha dichiarato: “La banca del territorio deve trasformarsi in banca NEL territorio: il localismo deve essere sinonimo di maggiore efficienza e capace di interpretare la sempre più incalzante esigenza di cambiamento e innovazione. Gli istituti locali devono penetrare il territorio per interpretarne le peculiarità e saper rispondere in modo puntuale alle richieste delle famiglie e delle imprese”.

Proprio su questo scenario è intervenuto il Presidente di Confindustria Chieti – Pescara, Gennaro Zecca, che ha ricordato come il concetto di territorio abbia ormai perso la sua connotazione geografica per divenire soprattutto un luogo di interazione. Aggiungendo anche come le aziende di oggi chiedano alla banca del territorio di svolgere soprattutto un ruolo di advisor in grado di consigliare e indirizzare verso nuove occasioni di business e soluzioni di accesso al credito maggiormente efficienti, anticipando in qualche modo la nascita di eventuali criticità.
Il legame tra Banca e tessuto industriale locale è stato sottolineato da Gennaro Strever che guida una delle imprese più rappresentative del territorio abruzzese, la Strever SpA: “Bisogna fare attenzione all’accezione territoriale di una banca perché se da un lato le regole di accesso al credito sono ormai uguali per tutti, dall’altro il ruolo di un istituto locale deve essere quello di offrire ai propri clienti una maggiore efficienza, diretta conseguenza della sua conoscenza capillare del territorio”.

A seguire una seconda tavola rotonda dal titolo “Lo scenario bancario italiano, ipotesi e nuovi orizzonti”, in cui si sono alternati gli interventi di Antonio Rossetti, Partner di EY FSO Advisory Services, Massimiliano Marzo, docente del dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna, Alfredo D’Incecco, Dott. Commercialista e Professore di Mergers & Acquisition all’Università G. D’Annunzio di Pescara, e Secondino Natale, Chief Project Manager delle Good Bank che ha concluso la tavola rotonda, a cui sono state affidate le conclusioni del Forum.

Il Professor Massimiliano Marzo ha sottolineato come lo scenario attuale dovrebbe garantire alle banche di ripartire verso un futuro di crescita. Il sistema bancario italiano non ha colto le difficoltà sistemiche del Paese e per questo è entrato in una crisi profonda che non ha consentito una corretta gestione delle sofferenze, come accaduto in altri paesi. La banca locale del futuro deve essere in grado di inserirsi in un contesto ‘a rete’ con il sistema bancario nazionale ed internazionale convogliando sul territorio le esperienze e i prodotti migliori e le best practices internazionali.

Antonio Rossetti, Partner di EY ha evidenziato che il legame indissolubile che unisce banca e impresa costituisce un elemento imprescindibile per assicurare lo sviluppo economico-sociale e riportare il Paese sul sentiero della crescita. Tuttavia il mutato contesto economico globale, il più stringente quadro regolamentare dettato dalle disposizioni comunitarie e internazionali e la crescente innovazione tecnologica impongono una rivisitazione della relazione creditizia attraverso la quale la banca è chiamata a finanziare il tessuto imprenditoriale caratterizzato dalla sostenibilità economica e patrimoniale di medio-lungo periodo.

Il professor Alfredo D’Incecco ha spiegato come nel sistema attuale non ci sia più spazio per una banca locale. Il sistema bancario italiano, infatti, sta andando verso uno scenario di aggregazioni e consolidamenti sempre più vivace, in grado di garantire maggiore efficienza e competitività. I consigli di amministrazione devono ottenere maggiore margine di azione per imprimere al management della banca uno stimolo più forte verso l’efficientamento del business.

In conclusione l’intervento del Chief Project Manager delle Good Bank, Secondino Natale ha ricordato i risultati raggiunti dalle quattro banche dal 22 novembre: “Sono banche senza più sofferenze, con una buona capitalizzazione e, come nel caso di Nuova Carichieti, una favorevole struttura patrimoniale. L’obiettivo dei consigli di amministrazione è duplice: da un lato valorizzare nuovamente il ruolo della banca sul territorio, ristabilendo un clima di fiducia e dall’altro accompagnare questi istituti verso la cessione, che tutti ci auguriamo li potrà condurre verso una proprietà che sarà in grado di far leva sui punti di forza e darà loro una capacità di intervento a sostegno dell’economia che individualmente sarebbe meno forte. Il compratore ideale deve avere la capacità di investire nell’innovazione e proseguire sulla strada del consolidamento dei bilanci e del miglioramento della redditività”.

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