Ulivi: Copagri, “Contro la xilella non serve l’eradicazione”

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Ulivi: contro la xilella non serve l’eradicazione. Lo rende noto la Copagri Abruzzo, confederazione produttori agricoli, nell’incontro tecnico che si è tenuto a Vasto Marina, in cui sono stati divulgati gli importanti risultati ottenuti in campo dall’equipe scientifica, prodotta dal pool di tecnici creato dalla Copagri Puglia.

“L’eradicazione degli ulivi che sta avvenendo in Salento, a causa degli attacchi della xilella fastidiosa, sono inutili sul piano del contenimento dei danni prodotti dal patogeno e assolutamente dannosi sul piano economico e ambientale”, scrive in una nota la presidenza della Copagri Abruzzo. “A nostro avviso vanno immediatamente bloccate le operazioni di eradicazione in atto, incentivate anche sul piano economico, e sostenuta tutta la ricerca scientifica in corso, anche dal punto di vista finanziario, la quale deve coniugarsi con delle corrette azioni di natura colturale e agronomica. E’ quindi il caso di affermare con forza: stop alle operazioni di eradicazione e sì alla ricerca.”

L’incontro svoltosi a Vasto Marina è stata anche l’occasione per lanciare un appello alle istituzionali nazionali, chiamate a farsi carico davanti all’Unione Europea della necessità di un immediato ravvedimento rispetto alle scelte politiche adottate, che stanno portando alla sistematica distruzione di interi uliveti, anche secolari, e all’indebolimento di un importante comparto produttivo su cui troppo spesso, grava anche il peso delle frodi dei falsi “made in Italy”, messi in atto da altri paesi mediterranei che producono a più bassi costi senza tener conto della qualità e delle eccellenze.

Per ora l’Abruzzo sembra ancora essere al riparo dagli attacchi dell’agente patogeno. Il territorio è costantemente monitorato e tenuto sotto controllo, anche grazie all’apposita task force messa in campo dall’assessorato alle politiche agricole, in collaborazione con i tecnici delle organizzazioni professionali agricole e delle associazioni olivicole; azioni che tuttavia non rendono immune la nostra regione, considerate la pericolosità della malattia e la forte mobilità dell’insetto “trasportatore” (sputacchina).