Ad Auschwitz c’era un’orchestra femminile

Ad Auschwitz c’era un’orchestra femminile: stasera il concerto per la Shoa a Pescara, organizzato dall’Orchestra Femminile del Mediterraneo e dalla Fondazione Dean Martin.

Si chiamava Fania Fenelon e aveva un dono prezioso e maledetto: sapeva cantare. Proprio quel dono sarebbe diventato, insieme, la fortuna e la disgrazia della sua vita. Era il gennaio del 1944 quando Fania Fenelon, musicista francese, venne deportata e internata ad Auschwitz. Poiché sapeva cantare e suonare il pianoforte, entrò a far parte dell’orchestra femminile del campo. Le ragazze scandivano in musica le maledette ore del campo, accompagnavano le prigioniere al lavoro, accoglievano i nuovi arrivi di deportati, allietavano le serate degli ufficiali SS, gli stessi che il giorno dopo mandavano donne, uomini e bambini nelle camere a gas. Le signore dell’orchestra erano 47, di loro Fania racconterà nel suo diario, una storia di musica per la vita portata in scena questa sera alle 21, al teatro Massimo di Pescara, dall’Orchestra Femminile del Mediterraneo e dalla Fondazione Dean Martin.

Lo spettacolo di teatro musicale si chiama “AD AUSCHWITZ C’ERA UN’ORCHESTRA FEMMINILE”. L’evento è organizzato dall’Orchestra Femminile del Mediterraneo diretta da Antonella De Angelis e dalla Fondazione Dean Martin di Alessandra Portinari. Le musiche eseguite saranno quelle che i gerarchi nazisti preferivano ascoltare: Puccini, Mascagni, Beethoven, Brahms, Strauss, Caccini e Sibelius. In scena, le attrici Tiziana Di Tonno e Edmea Marzoli nei panni della piansita Fania Fenelon e della violinista Alma Rosé, che come le altre orchestrali venivano costrette a prove estenuanti per suonare dignitosamente ed essere risparmiate dalla selezione per la camera a gas.
Fania Fenélon, (Tiziana Di Tonno), musicista francese, sapeva cantare e suonare il pianoforte. Alma Rosé (Edmea Marzoli), eccezionale violinista ebrea, nipote di Gustav Mahler, è stata la direttrice del gruppo. Entrambe avevano un modo diverso di vivere il lager e di fare musica: per Fania suonare era un mezzo per sopravvivere e testimoniare. Anche in una condizione estrema, Fania riesce a mantenere intatta la propria umanità: sa di suonare e cantare una musica “che è la cosa migliore ad Auschwitz-Birkenau, in quanto procura oblio e divora il tempo, ma è anche la peggiore perché ha un pubblico di assassini”. Per Alma la musica è un fine, il fine su cui ha costruito la propria identità di tutta una vita e nulla le importa più se non fare bene il proprio lavoro e realizzare musiche sublimi, disinteressandosi degli effetti collaterali delle proprie azioni. La toccante interpretazione delle protagoniste offre la possibilità di riflettere sulla Shoah in una chiave diversa e originale. Il ricavato dell’evento andrà a favore dell’Hospice Bouganville dell’ospedale civile di Pescara e dell’Associazione Onlus Rishilpi, per il progetto contro il fenomeno delle spose bambine in Bangladesh. Prima dello spettacolo ci sarà un ricordo alla memoria dell’ex assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Giovanna Porcaro Sabatini che nella scorsa edizione ha sostenuto le attività della rassegna Musica e Società e che avrebbe voluto appoggiare l’iniziativa.

Musiche:
Puccini dalla Tosca “Vissi d’Arte”
Strauss Valzer Bel Danubio Blu – Bosco Viennese
Beethoven dalla Sinfonia n. 5 (primo tempo)
Brahms Danza Ungherese n. 5
Caccini Ave Maria
Mascagni da Cavalleria Rusticana “Intermezzo”
Sibelius Valzer Triste