Al Circus, ‘Due partite’ strappa applausi e commuove

Dopo il serale di ieri anche al pomeridiano di oggi applausi a scena aperta, al Circus di Pescara, per la pièce ‘Due partite’ nel cartellone del ‘Luigi Barbara’.

Complete e intense, a tratti persino esilaranti, riempiono la scena ( per due ore e senza scampo) perchè quella scena la vivono, ma soprattutto la fanno vivere ad un pubblico che tace e si commuove oppure ride, sorride e partecipa. Un pubblico, quello al Circus di Pescara ieri sera e oggi pomeriggio, non chiamato a riconoscersi eppure inevitabilmente lo fa: perchè ha 40 anni e vorrebbe un figlio ma è senza amore, piuttosto che 38 e un marito tiepido o distratto; perchè non vuole clonarsi in una madre severa e fredda essendolo però già diventata una donna di quel genere; perchè deve fare i conti con un suicidio piuttosto che con una vita di tradimenti ingoiati, però, ‘col sorriso di plastica’ di chi, nonostante tutto, pensa a salvare le apparenze. Scritta da Cristina Comencini e mirabilmente interpretata da Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Giulia Bevilacqua, la nuova versione teatrale di ‘Due partite’ ha catturato anche il pubblico pescarese che ha fatto registrare il tutto esaurito nel doppio appuntamento inserito nel 50° ‘Luigi Barbara’: una felicissima intuizione quella del presidente Lucio Fumo capace ancora una volta di portare su un palco pescarese un’opera di quelle che lasciano il segno nella memoria dello spettatore. I maschietti in sala si domandano per tutto il tempo, o quasi, come potranno appagare (e amare) donne come quelle in scena che poi altro non sono che lo specchio fedele di chissà quante amiche, colleghe, sorelle, compagne. Le spettatrici, invece, si riconoscono, si temono, si sorridono, si commuovono. Tutto questo grazie al testo il cui tratto è inconfondibilmente quello della Comencini di ‘La bestia nel cuore’, ‘Liberate i pesci’ e l’ultima pellicola cinematografica con la meravigliosa Virna Lisi ‘Latin lover’. Tutto ciò che ‘Due partite’ ha lasciato anche nel pubblico pescarese è, tuttavia, anche frutto di quelle quattro donne in scena: attrici in apparenza ma in realtà femmine, mamme, figlie, amiche, amanti o innamorate. Quattro sognatrici coi piedi ben piantati a terra, quattro mamme negli anni ’70 e poi loro figlie nel 2015: le due ore scivolano come seta, ma ciò che resta è tanto, tanto di più di uno spettacolo ben scritto e ben interpretato. Resta la voglia di ragionare d’amore sperando che prima o poi arrivi, perchè sul palco della vita è forse la trama più applaudita.