Serie D l’Aquila – Tra ripicche e …rimpianti

Serie D l’Aquila -E’ la stagione dei rimpianti. Il solito copione di gennaio ma per motivi diversi. E con la squadra più forte del campionato per capricci e litigi non si è centrato l’obiettivo. E sul futuro…

Che possa essere definita la stagione dei rimpianti è assodato. Che l’Aquila calcio (al netto delle partenze del post Morgia) era la squadra più forte del campionato è altrettanto chiaro ( e pensare che ha pagato Battisti che ha costruito quella squadra). A Battistini solo complimenti per la capacità di rimodellare con qualità una rosa che aveva perso i pezzi nel dopo Morgia e che con tantissimi giovani in campo ha dimostrato di non essere seconda a nessuno. La conferma appare possibile (e meritata). A gennaio dunque il solito buco nero ma questa volta non per i motivi degli anni precedenti. Un inspiegabile clima di tensione nato dall’estate tra Morgia e Ranucci ( non interessa più capire per colpa di chi, ci siamo espressi più volte ed è abbastanza evidente) è sfociato in una situazione impossibile da gestire alla vigilia delle sciagurate prove con Città di Castello e Torres. Certo che perdere un lavoro per gelosie e spigoli caratteriali grida vendetta perchè a pagare è sempre una piazza che, vuoi per un motivo, vuoi per un altro non riesce a gioire con la propria squadra del cuore. Ma a pagare è anche il presidente Chiodi che ha visto sfumare non per demeriti sportivi ma per bizzarre sfaccettature sacrifici economici e progettuali. Ma qualcosa di buono resta. C’e’ un settore giovanile promosso in prima squadra dal lavoro di Morgia che può regalare certezze per il futuro. Ad oggi non ci sono, al netto di avventurieri attirati da società calcistiche e di chiacchierate informali con il primo cittadino, imprenditori pronti a rilevare il pacchetto azionario che, al netto dei debiti, ha un valore stimato dall’attuale proprietà (non da noi sia chiaro) di 3/400 mila euro. Una proprietà che ha detto esplicitamente di voler lasciare. Ma a chi? La chimera che assume il tono dell’assurdo è che i tantissimi imprenditori che stanno lavorando nel post terremoto aiutino lo sport e il sociale. Perche l’Aquila a loro sta dando tanto. E la città non deve osservare e restare in silenzio