Sanitopoli in Appello: Il giorno di Del Turco

Ultima udienza dedicata alle arringhe difensive per Sanitopoli in Appello: Il giorno di Del Turco oggi a L’Aquila, previsti anche gli interventi dei legali di Quarta e Cesarone.

Ultimo giorno, dunque, in Corte d’Appello a L’Aquila, con possibile ed eventuale appendice per domani, per il processo sullo scandalo della Sanità in Abruzzo. In scaletta le arringhe dei tre principali imputati, Camillo Cesarone, Lamberto Quarta, ma soprattutto l’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco che ha partecipato a tutte le udienze. Ed é stato proprio l’avvocato Giandomenico Caiazza, legale di Del Turco, ad aprire le danze con una lunga arringa che ha tenuto impegnata tutta la mattinata. Nel ribadire i concetti già ampiamente illustrati, già nel processo di primo grado, Caiazza si é soffermato sulle tante incongruenze, a suo dire, contenute nelle motivazioni della sentenza del tribunale di Pescara, sottolineando vecchie teorie già note, a cominciare dalle prove inconfutabili circa il fatto che Del Turco non ha mai favorito Angelini, anzi, nelle annualità 2005, 2006 e 2007 ha operato una decurtazione di complessivi 68 milioni mentre la Giunta Pace, nel 2004, aveva decurtato la risibile cifra di 14 mila euro. Decisive, secondo Caiazza, nel comprendere il quadro della situazione le deposizioni dell’ex responsabile della Commissione Ispettiva Permanente Di Ninni e dell’ex direttore dell’osservatorio epidemiologico D’Atri, grazie alle quali si evince senza ombra di dubbio l’assoluta fermezza con la quale la Giunta Del Turco intendeva colpire il malcostume dei ricoveri inappropriati e delle discipline non accreditate, il tutto mentre, proprio in quei giorni, secondo l’accusa e la sentenza di primo grado, Angelini si affrettava a consegnare tangenti, in particolare, Caiazza, ha citato l’episodio della revoca dell’accreditamento per urologia alla Sanatrix nel novembre del 2007, pochi giorni dopo il famoso aneddoto della busta delle mele. Venerdì 13 novembre l’udienza sarà dedicata alle repliche. La sentenza il 20