Sanitopoli in Appello: “Hanno fatto fallire Angelini”

Terza udienza del processo Sanitopoli in Appello: “Hanno fatto fallire Angelini”, esordisce così il suo avvocato Gianluigi Tucci a conclusione di una seduta di quasi 8 ore.

L’arringa del legale dell’ex patron di Villa Pini era la più attesa, oggi, in aula, dopo, secondo programma, gli interventi dei legali di responsabilità civile per la Deutsche Bank e Barclay’s Bank e degli appelli incidentali nei confronti di alcuni imputati minori. Gianluigi Tucci, il quarto legale di Angelini in questo procedimento dopo Ciprietti, Menna e Di Bonifacio, non ha potuto che ribadire, al cospetto dei giudici di Corte in Appello, i concetti già ampiamente approfonditi in sede di primo grado dai colleghi che lo hanno preceduto: altro che grande corruttore, Angelini é stato di fatto prosciugato con promesse vane di atti che favorissero le sue cliniche, anche se in realtà il vero obiettivo, in particolare di Del Turco, Cesarone e Quarta, era quello di farlo fallire, un obiettivo raggiunto. Il riferimento specifico é per i due episodi per i quali Angelini é stato condannato a 3 anni e sei mesi in primo grado e si avvia verso la prescrizione in Appello: il primo la dazione di 200 mila euro tra il 10 ed il 20 marzo del 2006 a Cesarone e Del Turco, per questo é stato condannato per corruzione; il secondo episodio é del 3 maggio, altra dazione, ma questa volta gli viene contestata la concussione. Tucci si chiede come sia possibile passare da corruttore a concusso in appena un mese scarso, se non in una logica da parte dell’allora governo regionale, tesa ad annullarlo completamente, a tal proposito ha riportato una frase della deposizione di Angelini nel processo di primo grado quando disse ciò che gli riferirono – stiamo approvando la Legge 20 vedi di pagare sennò ti facciamo male – Se fosse stato il grande corruttore, il regista occulto della politica sanitaria in Abruzzo, ha aggiunto Tucci, non sarebbe stato costretto a ricorrere a diversi decreti ingiuntivi per avere ciò che gli spettava dagli accreditamenti. Sulla sua credibilità, ha inoltre sottolineato il suo legale, é stata riconosciuta da tutti, dai Pm di Pescara, ai giudici del Tribunale fino al Procuratore Generale in Appello Picardi, quindi su questo punto non bisogna aggiungere altro. In mattinata gli interventi degli avvocati in difesa di Deutsche Bank e Barklay’s Bank, tra questi due veri e propri principi del Foro come Massimiliano Danusso, uno dei più grandi esperti in Italia di Diritto Bancario, e di Guido Carlo Alleva, tra i primi se non il primo penalista italiano, entrambi sono intervenuti nel respingere le motivazioni dell’avvocato di Parte civile della Regione, Daniele Benedini, che ha tentato di richiamare le loro responsabilità, insieme agli imputati Marco Penna e Fabio De Concilio, all’epoca alle dipendenze dei due Istituti, nonostante il Tribunale di pescara li avesse assolti in primo grado. Sia la Deutsche che la Barklay’s, e per loro Penna e De Concilio, hanno agito secondo le norme e nel rispetto delle delibere regionali di allora, in particolare la 786 e di conseguenza la tanto contestata 58.  In chiusura una curiosità, nell’aula a fianco gli esami da procuratore per giovani avvocati, nella Commissione Valutatrice Carmelo De Santis, il giudice che ha emesso le sentenze in primo grado.

 

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