Ricostruzione Teramo: ancora problemi per le imprese

Ancora problemi per le imprese teramane impegnate nella ricostruzione del post terremoto. L’Ance denuncia ritardi e lentezze burocratiche.

La ricostruzione post sisma a Teramo procede troppo a rilento e sono molte le imprese che che si trovano ad affrontare sia i ritardi nei pagamenti degli interventi effettuati sia il blocco della procedura per l’acquisto di case per l’emergenza terremoto.  L’Ance Teramo in una nota sottolinea come molti degli appalti commissionati per il ripristino immediato di infrastrutture pubbliche dopo le scosse sismiche e la nevicata del gennaio 2017 non siano stati pagati a causa della loro mancata rendicontazione alla Regione da parte degli Enti locali.

Il presidente Raffale Falone afferma che “Si è creata una situazione difficilissima le imprese hanno risposto immediatamente alle richieste di intervento in emergenza ma non si aspettavano di dover attendere così a lungo per i pagamenti perché i comuni, non rendicontando le spese fatte alla Protezione Civile, impediscono a quest’ultima di trasferire le risorse necessarie; si tratta infatti di opere interamente finanziate dalla Protezione Civile e che non pesano affatto sui bilanci dei comuni. In altri casi, come per gli affidamenti operati in somma urgenza per gli stessi eventi calamitosi dalla Provincia di Teramo, correttamente rendicontati, i pagamenti non sarebbero invece stati effettuati perché in attesa del trasferimento dei fondi da Roma. A ciò si è anche aggiunto il caso del bando per l’acquisto di alloggi nuovi da dare agli sfollati pubblicato il 28 aprile 2017  la graduatoria è stata emanata il 25 ottobre 2017, successivamente un esposto ha dato l’avvio ad una indagine della magistratura contabile che ha bloccato tutto. Nel frattempo le imprese che hanno offerto le case non hanno riscosso il prezzo pattuito e non possono vendere liberamente i propri beni e per di più vivono grossi problemi di liquidità ed il blocco dei cantieri. Viceversa le famiglie sfollate sono ancora sistemate in alloggi provvisori e lo Stato continua a pagare l’autonoma sistemazione fino a 60 mila euro annue per nucleo famigliare alloggiato in albergo”.