Restano dentro i due anarchici arrestati a Pescara

Restano in carcere i due anarchici arrestati a Pescara nell’ambito dell’inchiesta di Torino sulla Federazione Anarchica Informale. Danilo Emiliano Cremonese e Valentina Speziale sospettati di terrorismo insieme ad altre cinque persone arrestate altrove.

Dei sette, al momento dell’arresto, era stato detto che sarebbero stati disposti anche ad uccidere per la causa anarchica. L’inchiesta che ha portato all’operazione “Scripta Manent” ha condotto in carcere il gruppo appartenente alla Fai, Federazione Anarchica Informale, ed è partita dalla Procura di Torino, estendendosi poi in diverse località italiane. In Abruzzo sono state fermate due delle sette persone arrestate per terrorismo all’inizio del mese. Si tratta di Danilo Cremonese e la compagna Valentina Speziale, di Pescara. Ora il tribunale del riesame ha confermato la misura cautelare in carcere per i due anarchici coinvolti nell’inchiesta della Procura torinese. Per gli altri arrestati le pronunce sono attese la prossima settimana. Cremonese e Speziale, fermati dalla polizia a Pescara, farebbero parte di una banda che per tredici anni ha terrorizzato il Paese con 50 azioni di natura terroristica-eversiva. Sia ai sette arrestati che agli otto indagati nell’ambito dell’inchiesta Fai-Fri viene contestato il reato di associazione finalizzata al terrorismo. Tra i vari attentati attribuiti ad indagati appartenenti ad uno dei vari gruppi riconducibili alla Fai (la Federazione Informale Anarchica è strutturata per nuclei e opera con diverse sigle) figurerebbero anche quelli contro Sergio Cofferati, Sergio Chiamparino. Tra le iniziative riconducibili alla Fai, ma non attribuite formalmente agli indagati, ci sarebbe il pacco-bomba inviato nel 2003 a Romano Prodi, il plico esplosivo recapitato nell’aprile del 2013 al quotidiano La Stampa, l’attentato del gennaio 2016 al tribunale di Civitavecchia. Quanto agli altri arrestati non a Pescara, Alfredo Cospito e Nicola Gai erano già dentro dopo la condanna per l’attentato all’amministratore delegato dell’Ansaldo, Roberto Adinolfi, gambizzato il 7 maggio 2012. In manette in questa nuova inchiesta sono finiti anche la compagna di Cospito, Anna Beniamino (la coppia è considerata la “mente” dell’organizzazione), Marco Bisesti e Alessandro Mercogliano.

Sul sito di ispirazione anarchica radioazione.org così si commentano quegli arresti:

                                                                               

All’alba del 6 settembre ha inizio l’operazione Scripta Manent.

Sono 32 i compagni anarchici che in varie città d’Italia vengono svegliati dal D.I.G.O.S. e sbirraglia con mandato di perquisizione. Di questi 15 sono gli indagati, per 7 di loro, Marco, Sandrone, Valentina, Alfredo, Nicola, Anna, Danilo spiccano altrettanti mandati di cattura, poi un altro arresto (al di fuori dell’inchiesta) viene effettuato a carico di Daniele redattore di C.N.A. in seguito al risultato della perquisizione (ritrovamento di alcune batterie e un manuale da elettricista). Il mandante di questa operazione repressiva, ci teniamo a ripeterlo, è il Pubblico Ministero della procura di Torino Roberto Maria Sparagna.

I fatti contestati ai nostri compagni puzzano di carta vecchia, tirata fuori da cassetti polverosi di anni, nulla di nuovo sotto il sole, e anche dimostrazione di poca fantasia da parte degli inquirenti che, non sapendo dove aggrapparsi per giustificare la loro misera esistenza, mettono assieme vecchie inchieste, soliti nomi e giornali/discorsi già ben noti. L’inchiesta si basa su attacchi compiuti a firma FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE dal 2003 al 2007. Nello specifico gli attacchi inclusi in questa inchiesta che vengono contestati, comprendono i plichi esplosivi inviati nel maggio 2005 al direttore del CPT di Modena, alla caserma dei vigili di Torino San salvario e al questore di Lecce [rivendicati da FAI / Narodnaja Volja], l’ordigno esplosivo contro la caserma del RIS di Parma [24 ottobre 2005 – rivendicato da FAI / Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)], il pacco bomba inviato a Sergio Cofferati [2 novembre 2005 rivendicato da FAI / Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare)], gli ordigni contro la caserma allievi carabinieri di Fossano [2 giugno 2006 rivendicati da FAI/RAT (Rivolta Anonima e Tremenda)], i pacchi bomba inviati a Torino nel luglio 2006 alla Coema Edilità (ditta coinvolta nella ristrutturazione del CIE), al sindaco Sergio Chiamparino e al direttore di Torino Cronaca [rivendicati da FAI/RAT (Rivolta Anonima e Tremenda)], gli ordigni piazzati nel quartiere torinese di Crocetta [7 marzo 2007 rivendicati da FAI/RAT]; oltre ad altre azioni anche il ferimento dell’A.D. per Ansaldo Nucleare R. Adinolfi [7 maggio 2012], per il quale due compagni anarchici, Alfredo e Nicola sono già stati condannati e hanno rivendicato pubblicamente l’attacco. Insomma, ritorna l’abitudinario reato associativo 270bis, più vari 280bis e un 285.

A livello tecnico questo è quanto, nell’attesa che si esprimano i compagni, e che si possano studiare le carte dell’inchiesta.

-Mostriamo i denti-

Per quanto riguarda il progetto editoriale Croce Nera Anarchica, come scrivemmo agli inizi del progetto, “Fuochi di rivolta continuano a rischiarare le tenebre di un mondo altrimenti volto all’annientamento dell’individuo ed alla schiavitù omologata: ad attizzare questi fuochi e ad accenderne di nuovi queste pagine sono destinate.”

Croce Nera Anarchica oltre a diffondere notizia di attacchi sparsi per il mondo , rivendicazioni , comunicati e contributi di analisi e critica, interni o esterni alla redazione; è stato e continuerà ad essere, anche un supporto reale che permette ai compagni prigionieri di guerra di continuare ad essere parte viva del dibattito rivoluzionario, permettendo così il continuo apporto di idee e analisi per perseverare nella lotta.

Dunque, ora ci preme ribadire, ancora e ancora, che la violenza rivoluziona dell’azione diretta distruttiva è pratica che diventa necessario rivendicare. In quanto anarchici, ogni singola azione contestata ai nostri compagni ci appartiene; ci appartiene ed è patrimonio di tutto il movimento anarchico.

Per noi l’anarchia non solo è possibile qui ed ora, ma si concretizza in ogni sua esplosione, ogni volta che un azione va a buon fine. Si constata in quei brevi istanti in cui si illumina la notte con il fuoco refrattario, si conferma in ogni tentativo di evasione, si manifesta nel prendere una sedia in mano e frantumare il vetro divisorio tra i cani da guardia e la sala colloqui all’interno di una galera. L’anarchia ha tanti nomi, e noi ci assumiamo tutti i nomi dell’anarchismo, l’anarchia è il costante avanzamento verso l’orizzonte irraggiungibile. E’ la ricerca incessante della libertà illimitata. E’ la diffusione cosciente del caos e delle sue conseguenze.

-La solidarietà…e le azioni distruttive-

Come già detto e ridetto, la solidarietà come la intendiamo noi è quella che si fa azione, il continuare a portare avanti gli attacchi e le pratiche per le quali i compagni sono stati, arrestati. Pratiche che a tutti appartengono.

Non batteremo in ritirata, siamo qua, sempre spalla a spalla con i compagni che, contro i frangenti della rassegnazione, si scagliano con l’impeto della tempesta.

Col sangue agli occhi, stringiamo i nostri compagni, consci che rispondere alla repressione voglia dire fare passi in avanti, e rilanciare, ancora e ancora.

Tutto il resto è noia.

Tutto il resto è politica e ci fa schifo.

Sempre per l’Anarchia…

Omar, Lello e Ale, parte dei redattori di Croce Nera Anarchica

vedi anche servizio su arresti realizzato dal tg8:

Terrorismo: anarchici, arresti e perquisizioni anche in Abruzzo