Rapina in villa a Lanciano, chiesto trasferimento del processo

Trasferire dinanzi a un altro tribunale il processo contro la gang romena responsabile della cruenta rapina di Lanciano ai danni dei coniugi Carlo Martelli e Niva Nazzan, alla quale, il 23 settembre 2018, venne reciso con una roncola il padiglione auricolare destro.

La richiesta alla Cassazione è stata depositata oggi all’ufficio gip di Lanciano dai nuovi difensori di Alexandru Bogdan Colteanu, gli avvocati Rocco Ciotti e Alessandra Acciaro di Teramo. Nella motivata istanza si chiede la rimessione del processo in altra sede per legittimo sospetto, a causa della grave situazione ambientale locale, come i tentativi di linciaggio e minacce avvenute durante l’indagine a danno di alcuni imputati, che potrebbe pregiudicare la libera determinazione delle persone che partecipano al processo, oltre agli imputati detenuti anche dei loro famigliari e difensori, ponendo così a rischio l’incolumità pubblica. Clima insomma non sereno. La difesa ha accluso all’istanza anche la campagna di stampa nazionale condotta con toni spesso aspri e sfavorevoli, nonché l’intervento dell’allora ministro degli Interni Matteo Salvini che commentò “Queste bestie devono marcire in galera”. Per l’avvocato Ciotti “Ci sono tutti i presupposti di legge per trasferire il processo”. A seguito di questa iniziativa difensiva potrebbe essere in forse, lunedì 30 settembre, la conclusione della discussione, con relativa sentenza, del processo contro i sei imputati di concorso in rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma, che riguarda Marius Adrian Martin, fuggito ed estradato dalla Romania, Aurel Ruset, i fratelli Ion e Costantin Turlica, Bogdan Ghiviziu, lo stesso Colteanu, recluso a Teramo, arrestato a Casal di Principe, infine Gheorghe Jacota accusato solo di favoreggiamento nella fuga di Ghiviziu. Il processo con rito abbreviato si è aperto dinanzi al gup Giovanni Nappi lo scorso 24 giugno. Lunedì si saprà se il giudice emetterà la sentenza o meno.