Potabilizzatore Chieti Scalo, per il M5S sperpero da 25 milioni di euro

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Il potabilizzatore di Chieti Scalo per gli esponenti del M5S rappresenta solo l’inerzia e l’inefficienza amministrativa. Un’ opera pubblica pensata e progettata negli anni ’70 che ha visto la luce nel 2000 grazie ad un finanziamento del Ministero dei Lavori pubblici e dell’Unione Europea.

Un’ opera costata 25 milioni di euro che avrebbe dovuto rendere potabili le acque del fiume Pescara per uso civile. Ma come hanno sottolineato i rappresentanti del M5S, Sara Marcozzi, Consigliere regionale pentastellata ed i Consiglieri comunali di Chieti, Ottavio Argenio e Manuela D’Arcangelo, ad opera collaudata ci si è resi conto che le acque del fiume Pescara erano talmente inquinate da non poter essere potabilizzate da nessun impianto. Nessun dirigente o funzionario pubblico, hanno sottolineato i rappresentanti del M5S non ha mai pensato di commissionare delle analisi delle acque prima della realizzazione dell’Opera. Opera che con il trascorrere degli anni è diventata fatiscente, in completo stato di abbandono, al suo interno hanno trovato ricovero serpenti ratti e rospi.

“Il potabilizzatore di Chieti Scalo, ha affermato sara Marcozzi, è il simbolo delle tante grandi opere inutili della nostra regione e dell’immane sperpero di denaro pubblico”. “Oltretutto, ha aggiunto ancora il Consigliere regionale, gli abitanti della zona vivono un grave disagio igienico sanitario dovuto alla mancata manutenzione dell’opera.”

“Il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, hanno ricordato infine, Ottavio Argenio e Manuela D’Arcangelo, nell’ Ottobre del 2016 aveva emesso un’Ordinanza in cui diffidava l’ACA all’eliminazione degli inconvenienti igienico sanitari con l’obbligo di eliminare tutto il degrado. La situazione però peggiora con il trascorrere del tempo”.

Il M5S chiede infine al Presidente D’Alfonso, prima di lasciare il suo incarico alla Regione,  di trovare una destinazione d’ uso all’opera.