Taglio alberi PNALM Abruzzo, per SOA è incompleto l’iter procedurale

La SOA, Stazione Ornitologica d’Abruzzo, denuncia l’incompletezza dell’iter procedurale del progetto del PNALM sulla Piana di Opi. Gli ambientalisti sottolineano che la Valutazione di Incidenza è stata appena avviata in Regione.

Troppa fretta e poca chiarezza: nonostante l’iter procedurale non sia ancora concluso, visto che manca la Valutazione di Incidenza, secondo SOA l’Ente Parco manda a gara il progetto esecutivo da 207.000 euro che prevede l’abbattimento di grandi piante vetuste di vegetazione ripariale, nell’ambiente unico della Piana di Opi.

 

“L’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise il 2 marzo 2018 ha approvato e mandato in appalto il progetto definito  nonostante la procedura di Valutazione di Incidenza sia stata avviata solo il primo marzo. Si tratta di interventi che, sulla carta, sono descritti come di riqualificazione ambientale, ma che prevedono, oltre ad iniziative sicuramente meritevoli come la piantumazione di piante, anche l’abbattimento di grandi alberi della vegetazione ripariale della piana di Opi e oltre 2.000 mc di movimentazione di sedimenti. Bisogna fermare immediatamente in autotutela l’appalto e stralciare interventi dannosi per l’ambiente in un’area delicatissima”.

Secondo gli ambientalisti approvare e mandare a gara un progetto esecutivo senza avere tutti i pareri appare in palese contrasto con la normativa sugli appalti D.lgs.163/2006, viola le normative comunitarie in materia. Una procedura che, al contrario, dovrebbe essere svolta preventivamente, proprio per indirizzare i progetti in aree delicate quali Siti di Interesse Comunitari e Zone di Protezione Speciali per gli uccelli (come quella in esame).

 

“Tra l’altro la scarna documentazione presentata per la Valutazione di Incidenza in Regione da un lato evidenzia che il Piano di Gestione dei SIC del Parco impone di evitare la rimozione di sedimenti e dall’altro prevede la movimentazione con riposizionamento di 2.062 mc di sedimenti con interventi sia sul fiume Sangro che sul torrente Peschiera. Un’iniziativa che potrebbe anche essere potenzialmente positiva ma che ha sicuramente degli impatti importanti in fase di cantiere. Inoltre un’analisi costi/benefici, dato l’importo dell’intervento, dovrebbe essere esplicitata, visto che negli stessi elaborati si rileva che ‘le dinamiche idro-morfologiche sono sostanzialmente inalterate e che quindi il Sangro ha capacità di ricreare spontaneamente le morfologie sue proprie’. Intervenire in aree così delicate e di grande valore ambientale ha bisogno di motivazioni forti che non sono ben spiegate nella documentazione”.

Per la SOA è totalmente da rigettare il previsto abbattimento di un numero imprecisato di piante senescenti che costituiscono un valore naturalistico, ambientale e paesaggistico enorme. E anche l’ipotesi di lasciare le piante abbattute sul posto non basta, poiché alcune specie di insetti, ad esempio, hanno bisogno proprio di piante vetuste, ma vive.
inoltre, sempre secondo la SOA, la Piana di Opi non pare avere problematiche di rischio idrogeologico (comunque non evidenziate nella documentazione) e in ogni caso in un Parco nazionale e in un luogo importante come la Piana di Opi pretendiamo una salvaguardia stretta dei valori ambientali.

 

“Chiediamo quindi all’Ente Parco di fermare immediatamente in auto-tutela l’appalto e alla Regione Abruzzo di integrare la documentazione depositata con gli elaborati che sappiamo esistere, ma che non sono consultabili (ad esempio le sezioni dell’alveo). I pochi documenti presentati sono a nostro avviso assai carenti per una molteplicità di questioni, dagli impatti durante l’esecuzione dei lavori alle azioni di mitigazione da imporre durante le attività (ad esempio, la movimentazione di sedimenti depositati da anni può avere gravi effetti sulla fauna che si può essere insediata nel frattempo). La SOA intende presentare osservazioni al progetto per cui è necessario avere le opportune informazioni. Tra l’altro appare singolare la richiesta dell’Ente Parco, contenuta nell’avvio della V.INC.A. alla Regione di non pubblicare la documentazione. Un conto è imporre qualche omissis, altro è chiedere l’integrale segretazione della documentazione per problemi relativi all’appalto (non si capisce poi per quali ragioni). Fortunatamente la regione non pare aver dato seguito alla richiesta”.

L’associazione ha annunciato anche l’invio di una segnalazione per conoscenza alla Procura di Sulmona e all’ANAC affinché verifichino, qualora non si fermi l’appalto, se le procedure di approvazione e gara risultino compatibili con la legislazione esistente.